Toro, ecco dove hai svoltato: i cinque punti della rinascita granata

A livello di punti, l’inizio di campionato degli uomini di Ivan Juric è anche superiore rispetto al Toro che conquistò l’Europa League con Mazzarri in panchina (17 punti verso 16); ma non si può di certo dire che il campionato dei granata sia stato lineare. All’eccezionale partenza ha fatto seguito un periodo negativo, condito dalla sconfitta cocente (per tempi e modi) contro la Juventus, dove, il Torino faticava a ottenere i 3 punti. Poi, dal derby la svolta: 6 punti in due partite contro due avversari molto complessi, Udinese e Milan. E adesso è un Torino che è lanciato verso l’alto, ma che dovrà confermare di esserlo nelle ultime tre uscite pre-Mondiale: Bologna, Sampdoria e Roma.

Ma dove hanno svoltato i granata?

  1. Peer Shchuurs = arrivato in Estate come uno degli acquisti più costosi dell’era Cairo, l’inserimento del gigante olandese non è stato facile. Inizio con poche presenze e poche da titolare, ma che ha permesso a Schuurs di integrarsi alla perfezione nello scacchiere del tecnico croato. Con il passare delle settimane Peer si è presto il posto fisso nel tridente difensivo piemontese, e ciò è coinciso con la rinascita granata. Coincidenze? Assolutamente no. Tecnica, fisico, senso della posizione e baricentro alto sono elementi che hanno giovato al resto della compagine.
  2. Samuele Ricci = Samuele gioca e il Toro vince. Ricci è garanzia di vittoria. L’ex Empoli è imprescindibile nel gioco del Toro: insostituibile in fase di possesso, sta crescendo a dismisura anche in fase di interdizione e di marcatura (come dimostra la prestazione recente contro il Milan). Con il centrocampista azzurro in campo, il Toro cambia volta e fa punti.
  3. Valentino Lazaro = arrivato in sordina e tra lo scetticismo generale, dopo la lite Juric-Vagnati, l’ex Inter si è subito messo a lavorare in modo diligente e con senso di abnegazione. A prime prestazioni non troppo esaltanti (vedi il match contro l’Atalanta) si sono susseguite prestazioni lucide e precise che hanno permesso a Lazaro di diventare il titolare insostituibile sull’out. Juric lo apprezza, e al momento lo vede avanti rispetto a tutti. Spinta costante in fase offensiva, sta riuscendo ad abbinare anche una attenta attività di difesa; prezioso anche in termini di palle inattive, con l’assist lanciato per il gol di Djidji contro il Diavolo.
  4. Pietro Pellegri = che il Toro abbia finalmente trovato l’erede di Belotti? Difficile dirlo, ma Pietro si sta candidando in modo serio. Dalla gara di Coppa con il Cittadella, l’enfant prodige azzurro non è mai uscito dalla formazione titolare. Con lui in campo, i granata hanno non solo gol ma soprattutto una valvola di sfogo e un punto di riferimento offensivo. A segno contro veneti e Udinese, Pellegri con il Milan ha giocato una partita mostruosa in termini di recupero palla, gestione e pericolosità.
  5. Vanja Milinkovic-Savic = autore di una stagione da protagonista, la presenza del portierone serbo è importante in termini di gioco: i suoi lanci lunghi, spesso, sono determinanti per l’azione offensiva granata (come testimoniato in occasione del raddoppio di Miranchuk contro la formazione di Stefano Pioli). La sicurezza di Vanja è sicuramento uno dei pilastri della rinascita granata.

 

[Fonte foto: Torino Fc/LaPresse]

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