Due premesse doverose: a) il Toro crede fermamente nella salvezza; b) il Toro vuole fortemente trattenere il suo capitano. E le due premesse sono in qualche modo legate fra loro: la permanenza del Torino nella massima serie è il presupposto base per potersi sedere a tavolino (o meglio, per tornare a sedersi) con Belotti e provare a raggiungere un accordo che lo dovrà soddisfare non solo dal punto di vista strettamente economico (il gallo compirà 28 anni a dicembre e si accingerà a firmare il contratto più importante della sua carriera), ma anche dal punto di vista tecnico, con un progetto più ambizioso rispetto alle ultime due tribolate stagioni.
Non sarà semplice, ma la Società si dice pronta a compiere uno sforzo economico importante per cercare di convincere Belotti a restare e prolungare il suo contratto attualmente in scadenza 2022 almeno fino al 2024 (con opzione 2025). Il tetto ingaggi di 2 milioni, capeggiato proprio dal bomber granata, verrebbe abbondantemente superato, con un’offerta che andrebbe a sfiorare i 3 milioni, raggiungibili con vari bonus relativi agli eventuali piazzamenti in zona Europa della squadra, ma anche alle prestazioni personali del giocatore (numero di gol e presenze). Difficilmente si riparlerà di una clausola rescissoria (ricordiamo quella attuale di 100 milioni, valida solo per l’estero) ma questo non sembrerebbe rappresentare un problema per il Toro, dato l’eccellente rapporto instaurato in questi anni con il giocatore (qualsiasi tipo di offerta verrebbe valutata serenamente tra le parti).
Il tempo, in questo caso, non è alleato del Toro. Siamo ad aprile, la squadra è tutt’altro che salva (ci sarà ancora parecchio da lottare) e, nel frattempo, le società che monitorano con interesse la situazione cominciano ad essere molte: almeno 5 in Italia (Milan, Inter, Napoli, Roma e Fiorentina), 4 in Inghilterra (Chelsea, Tottenham, Everton e West Ham) ed un paio tra Spagna e Germania, allenatori futuri permettendo. Tutte società in grado di offrire ingaggi più alti e palcoscenici più importanti (quasi tutte).
Un giocatore nella situazione contrattuale di Belotti non può che ingolosire, e il Toro, se intende puntare su di lui anche in futuro, dovrà necessariamente fare in fretta, il tempo comincia a stringere. Andrea, dal canto suo, dovrà scegliere se diventare a tutti gli effetti la bandiera granata dei giorni nostri (nel cuore dei tifosi lo è già da tempo) o se ambire, legittimamente, a lottare altrove per la conquista di titoli e trofei (e sarebbe anche comprensibile per un giocatore del suo livello). A Torino e nel Torino si trova benissimo, non lo ha mai nascosto; qui ha conquistato e mantenuto la Nazionale, qui è un protagonista e un beniamino indiscusso dei tifosi, altrove sarebbe un campione tra tanti; in alcune squadre, addirittura, sarebbe solo un’alternativa di ruolo (penso all’Inter di Lukaku e al Tottenham di Kane, per esempio). Nella storia recente, chi ha lasciato il Toro da protagonista non sempre ha trovato fortuna nella big di turno (l’esempio lampante è Cerci, che ha praticamente messo fine alla sua carriera accettando la corte dell’Atletico Madrid, ma ce ne sono anche tanti altri). Questo, Andrea lo sa, e senza voler spoilerare troppo, vi dico che ne terrà conto.
Detto questo, testa al derby. Ogni discorso è chiaramente rimandato.
Direttore e fondatore di Corriere Granata. In passato ha collaborato con Sportitalia, Corriere dello Sport e Sport Mediaset. Opinionista in vari programmi sportivi televisivi e radiofonici. Attualmente si occupa di scouting.
Analisi lucida ed assolutamente condivisibile quella di Matteo Pedrosi, ineccepibile!
Tuttavia, a pensarci bene, vale oggi così come valeva ieri, l’altro ieri, e il giorno prima ancora, e ancora, e ancora….Insomma, IL GALLO è sempre stato “soggetto degno dii mercato” ogni anno, oramai da 5 a questa parte, ed il motivo è evidente: è bravo, è serio, è uno che da’ TUTTO in campo fino allo sfinimento, è uno che “non fa casini” né in campo né nello spogliatoio né fuori dal calcio, insomma è un calciatore di altri tempi quasi!
Detto questo come sempre si torna d’accapo, si torna al principio, si torna alla testa della questione, del “problema”, della Società: CAIRO.
E’ sempre CAIRO la “testa” con cui dobbiamo ragionare, è sempre LUI il responsabile delle varie situazioni in cui versiamo: LUI decide chi prendere, quanto spendere, LUI decide CHI vendere e A QUANTO, e oggi se ci ritroviamo DI NUOVO, DOPO L’ANNO SCORSO, in questa situazione di classifica in buona parte lo dobbiamo a LUI…
Anche per quanto riguarda Belotti tutto dipende da Cairo, e con tutta probabilità ha ragione (di nuovo…) Matteo Pedrosi quando dice che “non è SOLO una questione di soldi..” perché SE così fosse stato Andrea starebbe già indossando un’altra maglia DA TEMPO, quindi obiettivamente c’è dell’altro: ed anche se lo abbiamo detto tante altre volte MAI però come questa volta CAIRO DEVE fare una cosa sola, mettere cioè Belotti al centro di una squadra COMPETITIVA, PUNTO.
Solo così credo che possiamo ancora contare di vedere Belotti con la maglia del Toro addosso.. Però attenzione che per competitiva non intendo una squadra ZEPPA di “campioni” bensì di professionisti, onesti, ma soprattutto giocatori che ricoprono i ruoli giusti, NON giocatori “adattati” ad un ruolo non Loro, NON giocatori “finiti” né giocatori “appagati”, servono giocatori determinati e vogliosi di dimostrare la Loro bravura, attenti e rispettosi nei confronti dell’allenatore di turno che a questo punto per me può benissimo essere ancora Davide Nicola anche l’anno prossimo!
Belotti è un giocatore come non se ne vedeva al Toro DA ANNI, mandarlo a finire al Sua carriera altrove, considerando oltretutto come non siamo MAI riusciti a migliorare di anno in anno ma anzi a peggiorare, sarebbe delittuoso!!
FVG!! SEMPRE
Non credo siano i soldi la chiave per trattenere Belotti in granata. il progetto che Cairo ci sbandiera ormai da 15 anni è il segreto di Pulcinella, nessuno ormai crede più a queste panzane. soltanto nell’era Ventura, con la programmazione si è arrivati ad ottenere dei risultati che ci hanno portato in Europa, grazie al Parma, ma comunque eravamo li a giocarcela, con il successo nel derby, l’unico a fronte di 19 sconfitte e 3 pareggi, cosa che fa accapponare la pelle e se ci fosse ancora gente come Ferrini, scenderebbe direttamente negli spogliatoi a trattare i ns giocatori come trattò Sivori ossia a pedate, fino alla notte del San Mames nella quale abbiamo rivissuto l’entusiasmante cavalcata europea del Toro di Mondonico. Belotti sa che questa è l’ultima possibilità che ha alla soglia dei 28 anni e non vuole giustamente sprecarla. vuole giocare in Europa, meglio se la Champions, anche con il Toro, la vedo dura. però serve un progetto societario e Cairo deve lasciare fare a chi ne capisce più di lui, perchè non basta averci salvato nel 2005 per essere sempre osannato. Belotti darà la sua scelta e spero che se prolungherà con il Toro anche a cifre comunque ragguardevoli, Cairo stavolta si decida a fare un Toro competitivo, magari anche solo per vincere una coppa italia. ci rendiamo conto che ci sembravano una vita 27 anni dall’ultimo scudetto del Grande Torino ed ora ne sono passati 45? ci rendiamo conto che ci sembravano un’eternità 22 anni dall’ultima coppa italia e ne sono passati 28? sono numeri che vanno a sommarsi a tutti i record negativi battuti in questi anni e che fanno riflettere e che se non fosse per l’amore che i tifoso ha verso la maglia granata probabilmente la stessa sarebbe solo più nei libri di storia.
Metti tra le pretendenti non appetibili anche il Napoli, che ha un attaccante da 90 milioni. Dubito lo mettano ancora in panca per Belotti..