Torino-Lazio 1-1: l’analisi della gara

Reduce dall’elettrizzante vittoria di Reggio Emilia, Juric conferma 9/11 del match di venerdì sera; Mandragora riprende il suo posto a centrocampo formando per la prima volta la coppia con Pobega e Linetty prende il posto dell’infortunato Praet.

In vista del derby, Sarri concede un turno di riposo a Pedro e Milinkovic Savic.

I principi del Toro di Juric non sono negoziabili, anche se ci si trova al cospetto di una delle migliori rose del campionato.

La squadra difende attaccando, gli uno vs a tutto campo sono la causa di tutti i recuperi palla dei granata sulla trequarti avversaria.

Bremer giganteggia su Immobile, Pobega e Mandragora vincono i rispettivi duelli in mezzo al campo.

Brekalo si accende a corrente alternata, deve ancora pienamente entrare nei meccanismi, ma è evidente che il ragazzo abbia visione e qualità nei piedi.

A destra Singo non riesce a sfondare, complice un Hysaj particolarmente diligente.

Linetty non è un trequartista ma prova a trasformarsi in un incursore recuperando le palle sporcate dai contrasti tra Sanabria e i centrali laziali.

Ed è proprio il paraguaiano ad avere le uniche due palle gol della prima frazione: nella seconda solo Reina e la traversa gli negano il gol.

La Lazio, evanescente fino a quel momento, torna in campo con Savic e Pedro: il gigante serbo per qualche minuto cambia l’inerzia della partita. Parte da lui l’unica azione realmente pericolosa dei biancocelesti non conclusa dal neo entrato spagnolo.

Come col Sassuolo a metà ripresa entrano Ansaldi e Pjaca: e come col Sassuolo è il croato a sbloccare il match.

Singo sfrutta l’ennesima palla recuperata sulla trequarti granata, l’ex Genoa è abile a sfruttare il cross teso dell’ivoriano battendo Reina.

La squadra di Juric consolida il vantaggio continuando a pressare in avanti: la Lazio ha un maggiore possesso palla ma il Torino non dà mai la sensazione di patire i biancocelesti ed ha infatti due clamorose occasioni per chiuderla: nella prima è bravo Reina ancora su Pjaca, nella seconda Djidji tutto solo in area non devìa in porta da pochi passi.

Ed è proprio il francese a contribuire alla beffa finale; la Lazio trova il pareggio grazie all’unica giocata rimasta: la spizzata di Milinkovic Savic serve Muriqi.

Il centrale granata non temporeggia ed abbatte il kosovaro, permettendo ad Immobile, fin lì completamente annullato da Bremer di siglare il definitivo 1-1.

COSA HA FUNZIONATO

Quarta partita su cinque giocata in campionato dominando gli avversari: il pressing alto e l’intensità della squadra di Juric sono piacevoli per gli occhi e i cuori dei tifosi granata.

Mandragora e Pobega insieme hanno retto l’urto di un centrocampo di qualità come quello laziale confermando la bontà della scelta di Juric.

Chi è subentrato lo ha fatto con lo spirito di chi si sente pienamente parte del progetto e non è un caso che 5 gol sugli 8 realizzati siano arrivati dalla panchina.

Siamo solo all’inizio ma il Torino di Juric sembra piano piano assomigliare sempre più al Toro voluto dai tifosi.

COSA NON HA FUNZIONATO

Il Torino non ha concesso una palla gol pulita ad uno degli attacchi migliori del campionato: purtroppo la disattenzione del singolo costa nuovamente punti preziosi al termine della gara.

Con i due punti di oggi e quello perso alla prima giornata del campionato, la squadra di Juric sarebbe, meritatamente per quanto visto durante le partite, al quinto posto in classifica.

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Torino-Lazio 1-1: l’analisi della gara

Reduce dall’elettrizzante vittoria di Reggio Emilia, Juric conferma 9/11 del match di venerdì sera; Mandragora riprende il suo posto a centrocampo formando per la prima volta la coppia con Pobega e Linetty prende il posto dell’infortunato Praet.

In vista del derby, Sarri concede un turno di riposo a Pedro e Milinkovic Savic.

I principi del Toro di Juric non sono negoziabili, anche se ci si trova al cospetto di una delle migliori rose del campionato.

La squadra difende attaccando, gli uno vs a tutto campo sono la causa di tutti i recuperi palla dei granata sulla trequarti avversaria.

Bremer giganteggia su Immobile, Pobega e Mandragora vincono i rispettivi duelli in mezzo al campo.

Brekalo si accende a corrente alternata, deve ancora pienamente entrare nei meccanismi, ma è evidente che il ragazzo abbia visione e qualità nei piedi.

A destra Singo non riesce a sfondare, complice un Hysaj particolarmente diligente.

Linetty non è un trequartista ma prova a trasformarsi in un incursore recuperando le palle sporcate dai contrasti tra Sanabria e i centrali laziali.

Ed è proprio il paraguaiano ad avere le uniche due palle gol della prima frazione: nella seconda solo Reina e la traversa gli negano il gol.

La Lazio, evanescente fino a quel momento, torna in campo con Savic e Pedro: il gigante serbo per qualche minuto cambia l’inerzia della partita. Parte da lui l’unica azione realmente pericolosa dei biancocelesti non conclusa dal neo entrato spagnolo.

Come col Sassuolo a metà ripresa entrano Ansaldi e Pjaca: e come col Sassuolo è il croato a sbloccare il match.

Singo sfrutta l’ennesima palla recuperata sulla trequarti granata, l’ex Genoa è abile a sfruttare il cross teso dell’ivoriano battendo Reina.

La squadra di Juric consolida il vantaggio continuando a pressare in avanti: la Lazio ha un maggiore possesso palla ma il Torino non dà mai la sensazione di patire i biancocelesti ed ha infatti due clamorose occasioni per chiuderla: nella prima è bravo Reina ancora su Pjaca, nella seconda Djidji tutto solo in area non devìa in porta da pochi passi.

Ed è proprio il francese a contribuire alla beffa finale; la Lazio trova il pareggio grazie all’unica giocata rimasta: la spizzata di Milinkovic Savic serve Muriqi.

Il centrale granata non temporeggia ed abbatte il kosovaro, permettendo ad Immobile, fin lì completamente annullato da Bremer di siglare il definitivo 1-1.

COSA HA FUNZIONATO

Quarta partita su cinque giocata in campionato dominando gli avversari: il pressing alto e l’intensità della squadra di Juric sono piacevoli per gli occhi e i cuori dei tifosi granata.

Mandragora e Pobega insieme hanno retto l’urto di un centrocampo di qualità come quello laziale confermando la bontà della scelta di Juric.

Chi è subentrato lo ha fatto con lo spirito di chi si sente pienamente parte del progetto e non è un caso che 5 gol sugli 8 realizzati siano arrivati dalla panchina.

Siamo solo all’inizio ma il Torino di Juric sembra piano piano assomigliare sempre più al Toro voluto dai tifosi.

COSA NON HA FUNZIONATO

Il Torino non ha concesso una palla gol pulita ad uno degli attacchi migliori del campionato: purtroppo la disattenzione del singolo costa nuovamente punti preziosi al termine della gara.

Con i due punti di oggi e quello perso alla prima giornata del campionato, la squadra di Juric sarebbe, meritatamente per quanto visto durante le partite, al quinto posto in classifica.

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