“La Juve non sta andando bene, è un’opportunità per noi”. Gleison Bremer ci crede
Stagione travagliata quella del Torino, ma sia con Davide Nicola e sia con Marco Giampaolo, il difensore brasiliano Gleison Bremer (24 anni, classe ’97 ) è sempre stato una certezza. Una delle poche certezze. Arrivato nell’estate 2018 (dopo il mancato arrivo di Verissimo, che telenovela quella…) ha collezionato in granata 66 presenze (tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League) condite da 9 goal, 4 dei quali nella stagione in corso. Proprio al brasiliano il Torino si affida per blindare la difesa contro la Juventus, memore di una ottima prestazione recente contro l’Inter dove, con classe e fisicità, Bremer ha totalmente annullato il centravanti neroazzurro Lukaku.
Oggi il difensore granata ha lasciato delle dichiarazioni al quotidiano “La Repubblica”, con un occhio di riguardo al derby e alla sfida con CR7.
SUL PRIMO PERIODO IN GRANATA E SULL’ESORDIO “Mazzarri fu subito chiaro: comincia a imparare l’italiano, poi piano piano verrà il resto. Continuava a dirmi che se mi fossi allenato duramente prima o poi sarebbe arrivata l’opportunità”. Il brasiliano ha poi ricordato il suo esordio, in un derby, dove si fece scappare Ronaldo: “Mazzarri dimostrò di credere in me: non ebbe paura a scommettere su di me anche se non avevo mai giocato e anche se era la partita più difficile. Menomale che abbiamo pareggiato, perchè se avessimo perso non me lo sarei mai perdonato. Ho perso la marcatura [di CR7] all’ultimo e lui ha segnato l’1-1. Avrei dovuto fare di più”.
SUI PRIMI INSEGNAMENTI E SULL’ADATTAMENTO DAL CALCIO BRASILIANO “[Per prima cosa ho imparato…] la pazienza, io che ho sempre voluto tutto subito. E poi che per fare le cose bene serve costanza: sono cresciuto anche fermandomi dopo gli allenamenti a fare ripetizioni. Ripetizioni di tattica, di aggressività e persino di tecnica. Le qualità le ho, ma qui ho imparato a posizionarmi per ricevere la palla in area, a marcare in area, a impostare un’azione. In Brasile puoi alzare la testa e giocare con calma, qui devi pensare in fretta”.
SULLE SUE AMBIZIONI “Volevo l’Europa perchè qui so di poter diventare uno dei più forti. A Torino sto bene, soprattutto dopo che ho superato lo scoglio della lingua. Qui è nata mia figlia, abitiamo in collina e con il lockdown è una fortuna stare nel verde. I miei hanno una fattoria e da piccolo davo una mano con le mucche. Non li vedo da due anni, è dura.”
SUL DERBY “La Juve non sta andando molto bene, è un’opportunità per noi. Nicola è un motivatore e ha già cominciato a caricarci, ma bisogna entrare in campo sereni e tranquilli”. Come si marca Ronaldo? “Con attenzione continua. Lui appena vede uno spazio si infila”.
SUL PERIODO DEL TORO E SULLA CLASSIFICA “Sulla carta abbiamo ottimi giocatori, ma il riscontro del campo è diverso. Ci è mancato molto il mese di precampionato: avevamo cambiato completamente modo di giocare e avevamo bisogno di più tempo”. “La vera motivazione è la classifica. La retrocessione sarebbe una macchia per tutti”.
SUI PROPRI VALORI PERSONALI “Umiltà e virtù, come riconoscere i propri sbagli e ascoltare le persone più esperte”.
SULLA NAZIONALE “Sto facendo bene in un campionato non così scarso: è logico che il Brasile mi prenda in considerazione. Punto alle Olimpiadi. Passerei un’altra estate lontano dalla mia famiglia, ma almeno stavolta sarebbe per un buon motivo”.
SULL’INTERESSAMENTO DEL LIVERPOOL “Questa cosa è divertente. Ne parlano tutti ma io non so niente. Ed è una leggenda che Klopp venne a farmi i complimenti [durante un’amichevole precampionato ad Anfield di 3 anni fa”
[Fonte foto: LaPresse/Gazzetta dello Sport]