Verso Benevento-Torino: l’analisi dell’avversario (punti di forza e debolezze)

Reduce da un girone di andata al di sopra di ogni più rosea aspettativa, il Benevento può considerarsi sicuramente la sorpresa di questa prima fase di campionato. Il 4-3-3 proposto dai sanniti è il punto di forza della squadra allenata da Filippo Inzaghi: dalla cavalcata verso la promozione, ottenuta con 8 turni di anticipo, alla prima parte di stagione in Serie A, il modulo continua ad essere il caposaldo su cui si basano le sue idee di calcio.

PUNTI DI FORZA

In base all’esito del tampone di questa sera, Inzaghi saprà se potrà schierare Schiattarella al centro del suo centrocampo. La presenza del centrocampista napoletano è una discriminante chiave per la squadra campana: è l’unico elemento della rosa infatti ad essere in grado di verticalizzare e gestire i ritmi del possesso palla. Azzardando un paragone scomodo, Schiattarella sta al Benevento come Vives stava al Torino di Ventura; un centrocampista universale, sempre considerato di categoria inferiore, ma che è in grado di fare la differenza in determinati contesti in serie A. In queste partite è stato sostituito da Ionita e Dabo, che non hanno nel giro palla la loro qualità migliore. In generale l’atteggiamento offensivo porta il Benevento ad avere un baricentro alto; i due esterni (Insigne, Sau, Caprari, Iago) avanzati giocano sulla linea della punta centrale, e giocando a piede invertito tendono a stringersi verso il centro per andare al tiro. Dal canto suo, Lapadula agevola sia un continuo interscambio coi suoi compagni di reparto che gli inserimenti dei centrocampisti, non dando un riferimento statico alle difese avversarie.

PUNTI DI DEBOLEZZA

L’esuberanza della squadra di Inzaghi è risultata un’arma a doppio taglio, specialmente nelle partite in cui la squadra sannita ha provato a fare la partita. Dei 34 gol subiti (uno in meno del Torino), 18 sono stati subiti tra le mura amiche. I due esterni bassi, soprattutto a destra quando giocano Letizia o Improta, accompagnano l’azione offensiva lasciando la retroguardia scoperta in caso di transizione avversaria. Glik e Caldirola sono solidi nel gioco aereo e nella marcatura stretta, ma vanno in difficoltà se attaccati nello spazio e in profondità.

[Fonte foto: Positano News]

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