Torino atteso al Maradona: come arriva il Napoli alla sfida con i granata

Nella sua storia, il Napoli non era mai partito così bene in Serie A.

Alternando sofferenze (soprattutto con Genoa e Fiorentina) e larghi predomini (Samp, Udinese, Cagliari), la squadra di Spalletti ha messo in fila 7 vittorie di fila in campionato in altrettante partite finora disputate.

Il tecnico toscano è riuscito per ora a dare un equilibrio ad un ambiente che si entusiasma e si deprime con la stessa facilità.

L’uomo copertina del club di De Laurentiis in questo inizio di stagione è certamente Osimhen; pagato 70 milioni di euro nell’estate 2020, complice una serie di infortuni, il nigeriano aveva iniziato a mostrare caratteristiche interessanti verso la fine dello scorso campionato, quando, però, la squadra di Gattuso aveva vanificato una lunga rincorsa dilapidando la qualificazione Champions pareggiando in casa l’ultima partita in casa col Verona di Juric.

L’ex Lille ha iniziato la stagione sovrastando letteralmente i diretti avversari: fisicamente strutturato come una classica prima punta centrale, Osimhen ha nella progressione il suo punto di forza più evidente.

Da quando è al centro dell’attacco, la compagine partenopea ha potuto variare il suo modo di giocare: dai tempi di Sarri, il dna della squadra napoletana era stato modificato per giocare palla a terra, sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti senza palla, ottimizzare le capacità di rifinitura di Insigne e Mertens.

Oggi il Napoli ricorre molto più spesso all’attacco diretto: la palla lunga nello spazio o sul corpo di Osimhen serve ad affidargli una ripartenza veloce o semplicemente a far salire la squadra se in difficoltà.

Sulla trequarti, Spalletti ha l’imbarazzo della scelta: Insigne, Zielinski, Politano, Elmas e Lozano farebbero le fortune di qualsiasi top team in serie A.

Detto di un Fabian Ruiz mai così determinante, Giuntoli ha probabilmente coperto una delle due grandi lacune della rosa durante l’ultimo giorno di mercato prendendo Anguissa: il ragazzo ex Fulham si è ambientato immediatamente, contendendo ad Osimhen i galloni di miglior napoletano di inizio stagione.

La difesa guidata da Koulibaly è completata da Rrahmani al centro e il campione d’Europa Di Lorenzo a destra: Mario Rui a sinistra sembra essere l’unico non propriamente all’altezza di un 11 in lotta per lo scudetto.

In porta, rientra Meret dopo un infortunio alla mano.

 

PUNTI DI FORZA

Sulla carta, la partita è proibitiva per i granata.

La condizione psicologica del Napoli è ottimale e aver portato a casa partite complicate come quella di Firenze non può aver fatto altro che rafforzare lo spirito del gruppo di Spalletti.

Il mister toscano ha diverse frecce nel suo arco: il fraseggio è ancora la costruzione del gioco preferita in casa azzurra ma in caso di baricentro alto avversario, il lancio lungo per Osimhen è una risorsa letale.

Sarà Bremer a dover limitare il nigeriano: per capacità tecniche e aerobiche, è l’unico difensore in rosa in grado di poter fermare la punta nigeriana.

Alla trequarti napoletana non manca la qualità: gli esterni a piede invertito hanno bisogno di puntuali raddoppi per evitare che possano andare facilmente al tiro.

 

PUNTI DI DEBOLEZZA

Su ritmi molto alti, gli esterni difensivi possono andare in difficoltà perchè non supportati con continuità dagli attaccanti laterali.

L’allungo e la progressione di Singo potrebbe risultare un’arma da sfruttare contro Mario Rui.

I calci piazzati possono essere un’altra risorsa per i granata: 2 dei 3 gol presi finora in campionato dai napoletani sono arrivati sugli sviluppi del gioco da fermo.

 

fonte immagine footballitalia

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