Torino-Atalanta 1-2: l’analisi della gara

Rispetto alla deludente partita di coppa Italia, Juric recuperava Bremer e Sanabria e confermava Djidji al posto di Izzo.

Muriel e Ilicic guidavano un’Atalanta rimaneggiata da squalifiche e infortuni.

Era proprio il colombiano a gelare i pochi presenti sugli spalti quando al sesto minuto infilava un sinistro imparabile alle spalle di Savic.

Lo spettro di una disfatta già vista da queste parti veniva rapidamente cancellato dalla reazione della banda di Juric: i giocatori granata correvano (e per quanto visto negli ultimi anni, questa sarebbe già una notizia) e correvano in avanti.

Il baricentro della squadra era altissimo, gli uno vs uno spaziavano lungo tutto il campo e non era raro trovare djidji o bremer oltre la linea di centrocampo a pressare il diretto avversario: l’obiettivo di recuperare la palla il più alto possibile veniva quindi centrato; e con la palla tra i piedi si ricercava spesso Sanabria con lancio lungo andando ad attaccare la seconda palla.

Il Torino arrivava sempre prima sul pallone e il primo tempo si trasformava in un monologo granata in termini di gioco e possesso: la mancanza di qualità era evidente quando si trattava di rifinire ma sia Linetty che Pjaca riuscivano a mettere pressione alla difesa atalantina.

Musso veniva impegnato da Sanabria e da Aina, mentre era Palomino a salvare sulla linea un colpo di testa di Bremer.

Con Rincon al posto di un evanescente Lukic, il piglio con cui iniziava il secondo tempo era il medesimo: la squadra di Juric faceva la partita e l’Atalanta non ripartiva mai; Gasperini provava a porre rimedio togliendo un po’ a sorpresa sia Muriel che Ilicic.

Lo spartito della gara era chiaro: il Torino era riversato nella trequarti avversaria con Singo e Aina molto alti sugli esterni e Mandragora che guidava il centrocampo ad una pressione altissima.

La deviazione di Sanabria che portava al secondo salvataggio sulla linea di Pessina era l’ultima giocata del paraguaiano: al 60’ gli subentrava capitan Belotti.

Il Gallo, sempre al centro del mercato, era da subito pienamente in partita.

Gli sforzi granata venivano ricompensati quando a dieci dal termine, il capitano sfruttava una buona giocata di Linetty agguantando il pareggio con un tiro da fuori deviato.

Ma come è capitato spesso nelle ultime stagioni granata, la beffa arrivava nel finale: una proiezione offensiva di Singo nel recupero portava la squadra a sbilanciarsi in avanti; il contropiede atalantino non veniva fermato da nessun fallo tattico e Pasalic da terra riusciva a serviva il neo entrato Piccoli che, tenuto in gioco da Djidji, bucava Savic da pochi passi.

L’1-2 finale risultava molto lontano da quanto era stato raccontato dal campo ma era l’incredibile epilogo della partita.

 

COSA HA FUNZIONATO

Come era parso evidente nelle due amichevoli internazionali (e come era completamente mancato in Coppa Italia), il Torino ha un’idea di gioco antitetica rispetto al passato.

La squadra corre in avanti, pressa alto, si prende dei rischi, ma prova a giocare a calcio.

Le statistiche della gara dicono molto su come sia stata giocata ed interpretata la gara: sono piaciuti la ferocia e la voglia con cui la squadra provava e riusciva a recuperare il pallone.

COSA NON HA FUNZIONATO

Come già scritto su queste pagine, Juric ha bisogno del supporto della società: autore forse della sua migliore partita in granata, Linetty non è un trequartista, come ribadito ieri in conferenza dallo stesso croato.

Sulla destra serve un giocatore che abbia gol e dribbling nelle sue corde.

Mandragora si merita un compagno di reparto all’altezza: Lukic non lo è, o quantomeno in questi 5 anni in granata non ha dimostrato di poterlo essere.

E dietro ci reggiamo sulla salute di Bremer: l’ennesimo gol preso al 93’ ricorda molto quello di Caicedo un anno fa; tutti sul pallone, nessuno che segue l’uomo e partita persa.

Con Izzo che sembra scalato a seconda scelta, si deve pensare a rinforzare anche il reparto difensivo.

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