Parma-Torino 0-3. L’analisi tattica della partita

Anche per la delicata sfida del Tardini, mister Giampaolo accantona le proprie radicate convinzioni tattiche per affidarsi al 3-5-2, modulo sicuramente più congeniale alla rosa a disposizione.

L’unica variazione rispetto alla formazione di partenza di Napoli è legata al rientro dalla squalifica di Lyanco; il brasiliano si posiziona al centro della difesa, facendo scalare Bremer sul centro sinistra.

Lukic, Rincon e Linetty compongono il centrocampo, mentre è ancora affidato a Verdi il compito di supportare Andrea Belotti.

Liverani risponde con un 4-3-3 offensivo in cui spicca l’assenza di Gervinho.

L’impostazione iniziale di mister Giampaolo appare chiara: mantenere il baricentro basso, superare la prima linea di pressione parmense con il possesso palla ed avere spazio dietro la linea difensiva avversaria sfruttando la progressione di Belotti e l’inserimento dei centrocampisti.

Da questi presupposti nasce il gol che sblocca la partita: Singo supera di slancio Gagliolo, serve Belotti, venuto incontro, e attacca lo spazio dietro Osorio.

La splendida rifinitura del Gallo è fondamentale, ma è evidente che la giocata sia frutto di un lavoro settimanale.

L’immediato vantaggio non può però nascondere i problemi di una squadra che ha finora racimolato 8 punti in 14 partite; l’evidente mancanza di un uomo in grado di verticalizzare emerge nel perseverante giropalla tra Sirigu, i tre difensori e Rincon, che, unito all’atteggiamento degli attaccanti avversari in fase di non possesso, risulta essere l’unico vero pericolo per i granata nel primo tempo; escludendo il gol di Singo, infatti, il Toro fatica a superare il pressing parmense con palla al piede e si riduce a cercare il lancio lungo quando tutte le linee di passaggio sono oramai coperte; la conseguenza è che nella fase centrale del primo tempo, Verdi e Belotti non riescano mai a far respirare la squadra né a creare particolari pericoli.

In fase di non possesso, la difesa di Giampaolo è particolarmente applicata in una linea a 5, con Rodriguez spesso in raddoppio su Karamoh che preferisce partire dall’esterno. Izzo, Lyanco e Bremer vincono tutti i duelli individuali con Brunetta, Corneliuss e Karamoh.

Nel secondo tempo, Giampaolo decide di azzerare rischi autoprodotti e il Toro riduce sensibilmente il giro palla tra i difensori, cercando essenzialmente la giocata in verticale per Verdi e soprattutto Belotti.

Al 60’, Liverani prova a variare tatticamente la sua squadra: il Parma, che per tutto il primo tempo aveva provato a ricercare il gioco sugli esterni, provava ora il lancio lungo e la ricerca della seconda palla sfruttando la fisicità di Cornelius e del neo entrato Inglese.

La difesa granata assorbe bene l’entrata di una punta più fisica e i tre dietro non danno mai la sensazione di essere in difficoltà; tuttavia Sirigu è determinante su un paio di conclusioni da fuori di Karamoh e dello stesso Inglese.

Il Toro continua a difendere basso ma a differenza del primo tempo, si rende spesso pericoloso in ripartenza; il Parma ha infatti alzato ulteriormente il baricentro e i movimenti incontro di Belotti, uniti alla sua capacità di creare superiorità numerica, risultano determinanti per mandare Verdi (errore sullo 0-1) e Gojak (gol del 3-0) di fronte a Sepe.

All’88’, il gol di Izzo arrivava come logica conseguenza di una squadra che da 10 minuti era in pieno controllo della gara ed era andata più vicino al raddoppio di quanto avesse rischiato il pari.

COSA HA FUNZIONATO

Aspetto mentale:

Nelle ultime due uscite, la squadra ha mostrato focus e concentrazione in tutti i momenti della partita. È un aspetto che dovrà essere confermato nel corso delle prox partite, ma rappresenta un buon viatico per il futuro.

Fase difensiva:

il Toro ha concesso un solo gol nelle ultime due partite e in generale non si ricordano chiari errori del reparto difensivo tra Napoli e Parma. Un passo avanti per quella che oggi è la seconda peggior difesa del campionato.

COSA PUO’ MIGLIORARE

Costruzione da dietro:

Il persistente possesso palla difensivo continua a non trovare gli sbocchi sperati: la squadra non è riuscita quasi mai a superare il primo pressing emiliano e oltre a non riuscire a costruire dal basso, si è esposta a rischi inutili che con avversari di diverso calibro avrebbero comportato conseguenze maggiori.

Fase offensiva

Il Toro è l’ottavo attacco del campionato e anche ieri è riuscito ad essere pericoloso in più di un’occasione; le statistiche mostrano come più di un’occasione su due siano create da un solo giocatore: Andrea Belotti. La partita di ieri è una conferma in tal senso; la squadra ha bisogno di soluzioni alternative: Lukic e Linetty ad esempio sono parsi particolarmente applicati in fase difensiva, ma non si sono proposti con continuità in fase offensiva. Gli stessi partner del capitano granata continuano a non fornire prestazioni all’altezza.

Comments (1)

  1. Vai Teo, scrivi che ne vinciamo un’altra 😉

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