Milan-Torino 2-0: l’analisi della partita
Fuoco di paglia o svolta reale? Giampaolo arriva al match di San Siro con la speranza che i 6 punti in 4 partite siano veramente il segnale di un Torino in ripresa dopo un inizio di campionato disastroso. La vittoria del Genoa nel pomeriggio ha riportato la squadra granata in piena zona retrocessione e forse anche per questo Giampaolo propone una formazione sulla carta più propositiva del solito: a sostegno di Belotti c’è sempre Verdi, ma nei tre di centrocampo a sorpresa Gojak rileva quel Linetty che nelle ultime partite era apparso scarico. Il Milan paga dazio ad infortuni e covid, ma riesce a recuperare Ibra e Calhanoglu almeno per la panchina.
Le intenzioni di Giampaolo restano tali: dai primi istanti il Milan appare più convinto, più voglioso, più affamato. Il Torino è passivo, ha un baricentro molto basso, ma non riparte mai. Belotti risulta confusionario nella continua ricerca di supporto ai suoi compagni, ma almeno prova a dare una scossa alla squadra; è complicato poter sostenere la stessa cosa per il suo compagno di reparto e per i centrocampisti che dovrebbero sostenerlo e invece non lo appoggiano mai. Lukic, spostato nei 3 in mezzo da qualche partita, risulta ancora una volta limitato rispetto alle ottime prestazioni da incursore di inizio campionato.
La naturale conseguenza della totale mancanza di coraggio della squadra granata e del predominio rossonero, sono i due gol di vantaggio con cui il Milan chiude meritatamente il primo tempo. Nel primo, i tre dietro sbagliano uscita su Hernandez e Diaz, lasciando un’autostrada a Leao; nel secondo Kessie spiazza Sirigu su un rigore provocato da un contatto tra Belotti e Diaz. Il Torino dal canto suo non crea mai i presupposti per tirare in porta su azione, e questo non risulta essere una novità per chi segue la squadra di Giampaolo. L’unico lampo dei granata arriva su una punizione quasi perfetta di Rodriguez che si spegne sulla traversa (la seconda di fila, dopo quella con l’Udinese).
Probabilmente appagato dal doppio vantaggio e dall’evidente gap emerso nel primo tempo, il Milan sembra scendere in campo meno deciso alla ripresa del gioco; il Torino prova ad approfittarne subito con uno scambio rapido Belotti-Verdi; Tonali colpisce il 24 granata al momento del tiro e Maresca assegna il rigore. Il Var non è d’accordo e ribalta la decisione. Quello che poteva essere il preludio ad un’inaspettata rimonta, finisce prima di cominciare; nonostante i ritmi decisamente più bassi del Milan, nonostante il cambio tattico che porta Zaza accanto a Belotti e il ritorno alla difesa a 4, il possesso palla dei granata risulta quanto mai sterile e la reazione della squadra non dà mai la sensazione di portare ad una reale pericolosità. Di fatto, la prima e unica parata di Donnarumma arriverà su un tiraccio deviato del neo subentrato Segre al 91’. Il Torino torna a casa con 0 punti e tanti dubbi sul proseguo del suo campionato, che si preannuncia sempre più di sofferenza fino all’ultima giornata.
COSA PUO’ MIGLIORARE
A costo di risultare ripetitivi, questa squadra è assolutamente priva di qualità e di profondità. Lo si nota quando c’è da costruire l’azione dal basso contro squadre chiuse ma anche quando occorre provare a rimontare dopo uno svantaggio. Non può essere un caso se le uniche due vittorie siano arrivate in trasferta e l’unico punto preso da situazione di svantaggio sia arrivato solo mercoledì contro il Verona. Lukic non sembra a proprio agio nel ruolo di mezzala; è evidente che Rincon non possa essere l’uomo in grado di dettare i tempi in mezzo al campo; è palese da mesi che, nessuno di quelli che si sono alternati come partner di Belotti, abbia dato risposte all’altezza o continue.
I problemi sono chiari e le soluzioni interne sono insufficienti: la società deve supportare Giampaolo con il mercato di riparazione, possibilmente prima delle ultime tre partite di gennaio che determineranno una buona fetta di futuro dei granata.
[fonte foto: Eurosport]