L’atavica incapacità di fare punti quando non si esprime un gioco brillante

Inutile nascondersi, il Torino sta vivendo un momento di flessione fisica e mentale e le ultime due prestazioni con Udinese e Venezia ne sono la controprova.

Nell’arco di un campionato lungo 38 partite, i periodi di difficoltà sono fisiologici: li hanno vissuti le big (il Napoli ha perso due partite di seguito in casa con Empoli e Spezia, il Milan è caduto in casa col Sassuolo, la Juve ha perso punti con Venezia ed Empoli), è assolutamente normale lo stia vivendo una squadra che ha l’ambizione di vivere una stagione senza patemi.

Juric deve affrontare questa prima grande flessione della sua con la tegola non indifferente della perdita di Praet: il belga, seppur discontinuo durante il match, era l’unico giocatore in rosa in grado di inventare una giocata dal nulla col pallone tra i piedi.

Le alternative ci sono, ma vanno adattate o aspettate.

Tornando agli ultimi match, ci sentiamo di fare una riflessione doverosa: il Torino ha l’estrema necessità di fare punti  anche quando non performa al massimo.

Nel corso di una stagione, esistono partite che nascono o si sviluppano in un modo diverso da quanto atteso: la forza di una squadra è misurata anche da come riesce a superare queste giornate.

Il responso dei granata in questo contesto è (da sempre) deprimente: ad eccezione della partita col Verona, quest’anno il Torino ha vinto solo gare in cui ha schiacciato l’avversario, costringendolo a non tirare in porta e a subire il gioco impostato da Juric.

In alcuni casi ha addirittura rischiato di non portare a casa partite dominate dal primo all’ultimo minuto: pensiamo al match di andata contro il Sassuolo o alla partita con il Bologna in casa.

Tra le partite non vinte, spicca il recente scontro casalingo con il Sassuolo: in un match di box, gli arbitri avrebbero sancito il ko tecnico dei neroverdi dopo un paio di round, ma il calcio è materia complicata, e la squadra di Dionisi è riuscita a portare a casa un punto in una partita in cui una differenza di tre gol avrebbe rappresentato un epilogo equo del match.

Detto che non è possibile disputare 38 partite dominando l’avversario, come fatto tra le altre con Lazio, Samp, Sassuolo, Fiorentina, Bologna (importante da ricordare per chi prova a paragonare in questo momento di flessione questa squadra a quella degli anni passati ndr), il Torino si è dimostrato ancora una volta incapace di portare a casa punti se non si esprime al massimo.

Gli ultimi due match sono stati sicuramente sottotono ma, al netto delle discutibili decisioni arbitrali, non è accettabile non essere riusciti a portare neanche un punto a casa.

Se a Juric vanno riconosciuti meriti indiscutibili per aver ribaltato in pochi mesi la mentalità della squadra, tocca sempre a lui comprendere cosa poter cambiare, magari a partita in corso, per rendere la sua squadra magari meno bella ma più efficace per prendere punti anche in partite in cui non si è particolarmente brillanti.

 

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