Il futuro di Juric e quel rigore a porta vuota a disposizione di Cairo e Vagnati
(Quasi) Smaltita la delusione per l’ennesima sconfitta in una stracittadina, ci sentiamo di concordare con Juric quando parla di spunti positivi derivanti dalla prestazione della squadra ma ancor più dalle potenzialità della rosa.
Il tecnico croato in conferenza ha chiarito la sua posizione in merito al futuro in granata: lo zoccolo duro creato in queste due stagioni deve essere integrato con elementi di qualità.
La legittima richiesta del mister va di pari passo con le ambizioni della tifoseria: aggiungere 2-3 elementi tosti (Juric cit.) a questa rosa significherebbe potersi iscrivere a pieno titolo alla lotta per l’Europa.
L’interpretazione delle parole di Juric sono molteplici, tuttavia sembra probabile che una richiesta che pare poco sostenibile da una società con la forza economica del Torino, possa servire quantomeno a direzionare il mercato estivo.
Juric è consapevole che il Torino necessita giocoforza di finanziare i propri acquisti con alcune cessioni; tuttavia vuole assolutamente evitare di ritrovarsi nel ritiro di luglio solo con giovani e rientri dai prestiti.
L’idea di dover fare di nuovo a meno di 6-7 titolari causa cessioni, mancati riscatti o scadenze di contratto come avvenuto l’estate scorsa non può ovviamente accontentarlo.
Ma quindi cosa richiede veramente il mister?
Juric ha individuato i 14-15 elementi che dovrebbero far parte della rosa per la stagione 23/24; tra questi ci sono chiaramente anche Miranchuk, Vlasic e Lazaro che al momento non sono giocatori del Torino.
Il mister comprenderebbe il sacrificio di uno dei top in rosa se, e soltanto se, fosse propedeutico all’arrivo di almeno 3 elementi utili ad alzare il tasso tecnico della squadra.
Un altro punto chiave riguarda le tempistiche: per quanto sia fortemente consapevole delle motivazioni economiche dietro alla scelta di attendere la seconda metà di agosto per operare nel mercato in entrata, il mister vorrebbe avere una rosa completa almeno all’80% per il ritiro estivo, situazione peraltro verificatasi soltanto un paio di volte nell’era Cairo (una di queste avvenne nell’anno della qualificazione in Europa League con Ventura ndr).
Recepito in maniera forte e chiara il messaggio del croato, ora Cairo e Vagnati devono decidere se realizzare il rigore a porta vuota procurato da un mister che vorrebbe davvero costruire un Toro ambizioso oppure se continuare a sonnecchiare ed accontentarsi come fatto negli anni precedenti.
Assecondare i desideri di Juric costruendo una squadra che possa legittimamente confrontarsi con realtà come Atalanta o Lazio o Fiorentina, avrebbe il duplice obiettivo di mantenere un mister di livello e soprattutto risvegliare (forse) un po’ di entusiasmo in una tifoseria oramai accartorciata su se stessa da lustri di campionato mediocri ed alibi autocostituiti.
Parliamoci chiaro, il compito richiesto alla società non è per nulla semplice: il valore dei soli diritti/obblighi di riscatto da esercitare in estate si aggira attorno ai 45-50 milioni; e questo vorrebbe dire solamente confermare chi è già presente in rosa.
Andranno fatte valutazioni serie ed approfondite, ma le capacità di Juric e, perchè no, anche la sua enorme popolarità tra I tifosi granata, dovranno essere prese in considerazione quando si deciderà che tipo di percorso intraprendere a fine campionato.