I limiti di Vagnati e il potenziale (ulteriore) ridimensionamento granata

La premessa è chiara: è sicuramente troppo presto per trarre conclusioni sul mercato che la società granata sta impostando.

Ma riteniamo sia doveroso fare alcune considerazioni sulle trattative e sui nomi che vengono accostati al Torino.

Capitolo portiere: Sirigu non sembra rientrare nei piani di Cairo&Vagnati; l’estremo difensore sardo, reduce dalla sua peggiore stagione in granata, è sicuramente tra i componenti della rosa con l’ingaggio più alto.

Nell’ottica di rivoluzionare una rosa reduce da una stagione e mezza disastrosa, la scelta della società appare comunque più orientata ad un maggiore contenimento dei costi piuttosto che ad un discorso prettamente tecnico.

I nomi ad oggi avvicinati per la sua sostituzione fanno rabbrividire i tifosi granata: come già detto Milinkovic Savic non ha dimostrato nulla in 4 anni per meritare una promozione a primo portiere; Mirante è stato sicuramente un buon portiere ma a 38 anni non gli si possono affidare le chiavi della titolarità; Berisha, new entry, è una vecchia conoscenza di Vagnati ed è reduce da una retrocessione da ultimo in A e un nono posto in B.

In difesa ad oggi non ci sono stati passi concreti: il Torino aspetta di cedere Lyanco per liberare almeno un altro posto dietro dopo la fine del contratto di Nkoulou.

A meno di offerte irrinunciabili, il sostituto del camerunese andrà a integrare un reparto già formato da Izzo, Bremer e Buongiorno.

Sugli esterni il nome caldo è un altro ex Spal: Fares, reduce da una stagione disastrosa a Roma, è l’obiettivo del ds per la fascia sinistra.

Con la estenuante ricerca di elementi già avuti in passato alla Spal, Vagnati continua a mostrare i propri limiti: dopo 15 mesi, non ha ancora percepito le differenze di ambizioni tra il club di Ferrara e quello in cui lavora oggi: in un contesto recessivo dovuto alla pandemia, non avere un budget milionario non può essere un alibi a cui aggrapparsi; solo per fare degli esempi recenti, la Sampdoria di Osti e Ferrero lo scorso anno portò a casa Candreva, Keità, Adrien Silva e Daarmsgard a saldo zero, riuscendo a coprire i costi del giovane danese piazzando Linetty (a Vagnati…), mentre il Genoa riusciva a strappare Zappacosta al Chelsea in prestito gratuito.

Ed è proprio sulle cessioni che si deve aprire un ulteriore capitolo: come dicevamo all’indomani della salvezza ottenuta a Roma, la rosa va rivoluzionata.

Ad oggi il mercato è bloccato per tutti fino a fine Europeo, ma non si potranno pretendere cifre fuori mercato per giocatori che sono da anni impatananti nella mediocrità assoluta: per intenderci, ci aspettiamo che la richiesta di 10M per Lyanco debba essere necessariamente trattabile per evitare di concludere il mercato in uscita, come lo scorso anno, con una serie di zavorre inutili alla causa granata ancora in rosa.

Se a centrocampo regna un sospettoso silenzio, il reparto più chiacchierato è quello offensivo: tutto ruota intorno a Belotti e alla sua potenziale e legittima volontà di confrontarsi con realtà più ambiziose del Torino di Cairo&Vagnati.

Sulla trequarti (reparto chiave per Juric, come lo erano regista e n.10 per Giampaolo lo scorso anno) riscontriamo l’unica offerta fatta da Vagnati per un giocatore ad oggi 22 giugno 2021: Messias è un vero obiettivo che il Torino al momento sta provando a portare a casa il brasiliano spendendo il meno possibile.

La trattativa col Crotone prosegue e il ds granata spera che nessuna delle altre società interessate entri in gioco.

Gli altri nomi in ballo sono al momento idee (Ounas del Napoli e Franco Vazquez) o proposte dei procuratori (Ciquinho del Benfica) che sono in fase di valutazione.

Nella speranza di essere smentiti, le prime trattative di Cairo&Vagnati guidano spediti verso un ridimensionamento tecnico/economico di una squadra che ha chiuso la scorsa stagione all’ultimo posto disponibile per assicurarsi la salvezza; Cairo è rimasto probabilmente affascinato dalla capacità di Juric di trarre il massimo da tanti giocatori in apparente fase discendente a Verona e spera possa accadere lo stesso anche qui.

Ivan Juric è proprio l’unico appiglio dei tifosi al momento: il tecnico croato non è persona particolarmente diplomatica e negli anni passati a Verona non ha mancato di bacchettare la dirigenza gialloblù se in disaccordo con le scelte di mercato.

Se le garanzie ricevute dal tecnico al momento della firma (oltre ad un sostanzioso ingaggio) non saranno rispettate, l’ex Verona non farà mancare di far sentire la propria voce.

Comments (5)

  1. Vagnati non è minimamente all’altezza. Non è ancora venuto via da Ferrara e sarebbe meglio che ci rimanesse. Male Cairo a confermarlo e se il presidente dopo aver conosciuto gente come Mazzarri, Ventura, Petrachi, Bava, Longo, Nicola, lascia fare, vuol dire proprio che forse sta perdendo interesse nel Toro. Un DS che non sa vendere e non ha alcuna idea di chi cercare al di fuori del ferrarese non ci garantirà certo una ripresa. D’accordo la drammatica crisi economica ma non provarci neanche vuol dire aver gettato la spugna.

  2. Bisogna calare il prezzo sia lyanco sia a belotti poi vignati non e all altezza

  3. Scusatemi dimenticavo. Secondo me juric si dimettera

  4. Pietro Bernardo Del Buono

    D’accordo con l’articolo, l’aria che tira è questa. Il rischio è grosso: la retrocessione! Inoltre vorrei capire anche il ridimensionamento del settore giovanile. Perchè? Non poteva essere quella l’ancora di salvezza? Che senso ha acquisire il Robaldo e mandare via Bava?

  5. L’unica speranza e’ che Cairo Venda e sparisca per sempre dai colori GRANATA, altrimenti spariremo noi, ovvero con lucidita’ e perseveranza encomiabile e’ riuscito a distruggere tutti i valori , il significato di essere Granata. Vagnati e’ il suo sicario

Leave a Reply