Non c’è nulla da festeggiare..

Un lungo, lunghissimo sospiro di sollievo ha accompagnato il fischio finale di Fabbri ieri sera.

Il Torino è salvo, non dovrà giocarsi tutto contro il Benevento domenica, ed evita il contraccolpo economico legato alla retrocessione.

Ma le buone notizie finiscono qui: la stagione dei granata non può che essere catalogata come pienamente insufficiente, con l’aggravante di essere la copia di quella scorsa.

Non ci sono dubbi sul fatto che la società di Cairo avrebbe meritato la retrocessione per come ha gestito l’annata: la scelta di un tecnico che ha notoriamente bisogno di tempo per far assimilare i propri concetti a cui non sono stati messi a disposizione gli elementi chiave per il suo gioco (leggasi regista e trequartista) e una campagna acquisti estiva orchestrata da Vagnati completamente disastrosa hanno rischiato di far sprofondare i granata tra gli abissi della B.

Il presidente Cairo ha dilapidato il carico di entusiasmo legato alla conquista dell’Europa League nel 2019 susseguendo una serie di scelte clamorosamente e deliberatamente sbagliate (dalla mancata sostituzione di Petrachi, alla gestione del caso Nkoulou, fino alla mancata cessione di elementi dannosi quest’estate per evitare minusvalenze) che hanno riportato il Torino alla lotta per non retrocedere.

Discorso a parte va dedicato a Vagnati: dal suo arrivo a maggio 2020, fatichiamo a trovare una mossa azzeccata del ds granata; nessuno degli arrivi estivi si è imposto come titolare, tra i sacrificabili è stato ceduto a titolo definitivo il solo Berenguer, l’arrivo di Cottafava ma in generale la gestione delle giovanili granata è sotto gli occhi di tutti, con la Primavera ad un passo dalla retrocessione.

Il capitolo sui giocatori non si discosta molto da quello appena descritto sulla società: la maggior parte di quelli che a maggio 2019 si qualificavano per l’Europa League grazie a vittorie interne prestigiose con Milan, Inter, Atalanta e Lazio, da gennaio 2020 è l’ombra di sè stessa.

Si contano sulle dita di una mano coloro che meriterebbero la sufficienza dopo questa stagione; fragili mentalmente e/o limitati tecnicamente il risultato non cambia.

I due 0-7 presi in due campionati di fila resteranno amaramente nella storia del Torino.

Con tutti i suoi limiti, Davide Nicola ha messo una toppa determinante alla stagione: ereditando la peggior squadra di serie A per numero di punti nel 2020 (28 punti nell’anno solare ndr), qualora dovesse vincere domenica sera con il Benevento chiuderebbe il girone di ritorno con 25 punti; nei due gironi precedenti la stessa rosa aveva racimolato rispettivamente 13 e 14 punti.

Qualunque siano le decisioni della società, al mister va dato atto di aver letteralmente salvato il Torino.

In attesa di eventuali buone nuove su interessamenti societari, è evidente che questa squadra vada completamente ristrutturata: alcuni giocatori andranno via perchè a scadenza, altri perchè vorranno confrontarsi con palcoscenici europei (ad oggi è difficile pronosticare un Belotti ancora in granata nella prossima stagione), altri perchè difficilmente ripresentabili con questa maglia.

A costo di fare scelte impopolari e considerando il contesto pandemico mondiale, il Torino potrà ripartire se e solo se sarà in grado di presentare tante facce nuove a luglio e un progetto tecnico chiaro a cui affidare le risorse che arriveranno dalle cessioni e che non potranno essere dilapidate come fatto nell’estate 2020.

Comments (1)

  1. Commento duro ma esatto quello di Alfonso, quello che c’era del Toro oggi è sparito in due anni da incubo. Bisogna o che Cairo ceda per scarso interesse a migliorare la squadra e soprattutto dare un’organizzazione è programmazione o si decida a fare il presidente magari andando a lezione da Percassi che ha trasformato l’Atalanta che era una squadra che ogni anno l’ottava per retrocedere in un’eccellenza del calcio italiano ammirata anche in Europa. Cairo a parole ormai nn incanta più nessuno la sua totale indifferenza verso un progetto che faccia crescere il Toro è lampante. Nessuna parola per lo stadio di proprietà che sarebbe un investimento utile. Dunque speriamo con molte perplessità che il prossimo campionato sia migliore di questo e di nn ritrovarci nuovamente a maggio a cercare di fare 40 punti e ricominciare con gli stessi proclami

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