Il Toro di Juric è una grande incompiuta

Anche questa volta concordiamo con Juric.

Il Toro versione 2021/2022 verrà ricordato come una grande incompiuta.

I granata veleggiano verso una salvezza tranquilla con la concreta ambizione di arrivare nella parte sinistra della classifica.

È evidente che qualsiasi tifoso granata avrebbe firmato per un percorso privo di qualsiasi affanno al termine di due tra le peggiori stagioni degli ultimi 15 anni.

Ma il raggiungimento del centro classifica sarebbe davvero in grado di raccontare quanto la squadra di Juric ha espresso sul campo?

Per il livello di gioco espresso dai granata, per la difficoltà che hanno gli avversari ad affrontare la squadra di Juric, per la fase difensiva mostrata durante l’intero anno, la risposta è probabilmente negativa,

Il Torino ha sicuramente alcuni limiti legati alla composizione della rosa (portiere debuttante, poche riserve all’altezza), alla tenuta mentale della stessa e ad una componente societaria spesso assente.

Tuttavia, grazie alla sapiente guida di Juric, da settembre ad oggi, la squadra granata ha sempre evidenziato un’identità chiara a prescindere dall’avversario: sicuramente i bassi dell’ultimo mese non compensano lontamente le tante buone prestazioni collezionate da inizio anno.

Il principale difetto di questa squadra è sotto gli occhi di tutti: è completamente mancata la capacità di raccogliere quanto meritato sul campo; in troppe occasioni, il Torino non è stato in grado di chiudere partite dominate.

Ieri e con il Sassuolo rappresentano gli esempi più recenti ma sono numerose le partite chiuse con l’amaro in bocca nel corso dell’intera stagione

E i punti persi in queste partite non sono stati quasi mai compensati da pareggi o vittorie conseguite in modo immeritato.

La differenza tra l’essere in lotta per l’Europa e stazionare a metà del guado è essenzialmente tutta qui considerando che davanti ai granata si trovano compagini allo stesso livello dei granata (Verona) o con rose superiori ma che esprimono un calcio con pochissime soluzioni se non quella di affidarsi ai singoli (Roma e anche Juventus).

L’insegnamento da trarre per la prossima stagione è probabilmente quello di integrare la rosa anche con elementi di esperienza che sappiano leggere meglio i momenti delle partite capendo quando è il caso di spingere sull’acceleratore e quando è invece il caso di rallentare (emblematica la gestione della palla persa ieri da cui è scaturito il pareggio di Sanchez).

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