Gli avversari di giornata: la Lazio

L’addio di Inzaghi e l’arrivo di Sarri hanno scosso l’ambiente laziale.

Le capacità del tecnico sbocciato ad Empoli sono fuori discussione ed emergono dal curriculum di tutto rispetto che si è costruito negli ultimi anni.

Il mister ex Chelsea è uomo d’altri tempi: spigoloso e burbero, necessita di tempo e di legare con l’ambiente per riuscire a dare la sua impronta alla sua squadra: non è un caso che siano gli anni di Napoli quelli in cui ha lasciato i ricordi migliori.

Altrove ha vinto ma non è stato apprezzato da giocatori e ambiente e le sue avventure sono terminate dopo una sola stagione.

Sarri fonda il suo modulo sulla difesa a 4: rispetto alla gestione precedente (con Inzaghi c’erano 3 centrali), la Lazio quindi ha cambiato il modo di difendere.

Se l’incidenza sulle prestazioni di Acerbi è al momento minima (forte delle precedenti esperienze a 4 a Sassuolo e in Nazionale), Luiz Felipe è all’inizio di un percorso che lo sta vedendo faticare ad adattarsi al nuovo modulo.

L’uomo che probabilmente è maggiormente impattato dal cambio è Lazzari: l’ex spallino, da sempre abituato a fare l’esterno a 5, viene schierato come terzino destro.

La sua velocità ad oggi ha compensato il gap tattico, ma resta da capire come sarà in grado di gestire la fase difensiva nel lungo periodo.

A sinistra Hysaj è uomo di Sarri: l’albanese è in grado di coprire egregiamente entrambe le fasce.

Marusic è più di un’alternativa ed è probabile che il tecnico gli possa concedere un posto da titolare nel turno infrasettimanale di giovedì.

La qualità della Lazio a centrocampo e in attacco non è seconda a nessuna squadra del campionato, neanche a quelle che lottano per vincerlo.

Lucas Leiva è l’equilibratore, al suo fianco Milinkovic Savic è oramai centrocampista di livello mondiale: alla spiccata fisicità, abbina una tecnica difficile da riscontrare nel suo ruolo.

Luis Alberto è il rifinitore; solitamente i giocatori di fantasia sono quelli che maggiormente faticano a livello di continuità: lo spagnolo rappresenta l’eccezione alla regola, con gli ultimi 2 anni giocati su livelli di un giocatore top.

Dietro all’ex Immobile, Sarri ha recentemente preferito Pedro e il cavallo di ritorno Felipe Anderson.

Nella logica del turnover, lo schieramento dell’ultimo arrivato Zaccagni in luogo dell’ex Roma non è da escludere.

 

PUNTI DI FORZA

La Lazio ha un portafoglio di soluzioni particolarmente variegato.

Può attaccare sul laterale con gli esterni (e Lazzari), può sfondare al centro con la rifinitura di Luis Alberto, può giocare in ripartenza con Immobile, può giocare sulle seconde palle alzando Milinkovic Savic.

Come avvenuto col Sassuolo, il Torino si difenderà attaccando, ma non dovrà concedere troppo spazio oltre la linea difensiva, perchè Immobile nelle transizioni sa essere letale.

Sarà inoltre determinante gestire gli spazi tra le linee: Mandragora, deputato a rientrare titolare, sarà l’uomo chiave per limitare gli inserimenti di Luis Alberto e Milinkovic Savic.

 

PUNTI DI DEBOLEZZA

La squadra sembra non aver ancora metabolizzato appieno i voleri del nuovo mister: la sensazione è che i giocatori in campo siano più attenti a rispettare i dettami di Sarri piuttosto che sfruttare le proprie capacità.

La partita contro il Cagliari ha mostrato dei meccanismi difensivi ancora da registrare, con gli esterni non supportati e spesso lasciati all’uno vs uno.

Gli esterni offensivi granata avranno la possibilità di creare la superiorità numerica affrontando Lazzari/Marusic e Hysaj.

 

fonte immagine gazzetta.it

Comments (1)

  1. Se giochiamo come venerdì…peccato per Praet

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