ESCLUSIVA CG: PASQUALE BRUNO: TORO, MANCA SENSO DI APPARTENENZA; CHE BRAVO JURIC!

Cosa rappresentava il Filadelfia per voi in quegli anni?

Era uno stimolo giornaliero: al di là della storia che respiravamo ogni giorno cambiandoci negli spogliatoi del Grande Torino, avevamo centinaia di tifosi ogni giorno che ci caricavano all’allenamento.

E sul campo accanto al nostro, anche i ragazzi della primavera potevano vivere le stesse emozioni.

Siete ancora in contatto con i ragazzi che arrivarono alla finale di Amsterdam?

Si, certo.

Abbiamo un gruppo whatsapp aperto da Clara Mondonico in cui ci siamo tutti, da Martin Vazquez a Fusi, da Annoni a Policano.

Proprio ieri abbiamo ricordato il mister che avrebbe compiuto 76 anni.

Siamo ancora affiatati: l’altro giorno Casagrande ha visto una mia foto recente ed ha iniziato a chiamarmi Pasquale De Niro (ride ndr)!

Tornando al Fila, i giocatori di oggi possono percepire le stesse vostre emozioni?

No.

Ci sono tanti stranieri e manca comunque il senso di appartenenza che veniva trasmesso a noi negli anni passati.

Subito dopo la firma, i nuovi acquisti dovrebbero essere portati subito al museo del Toro: dovrebbero imparare immediatamente cosa significa indossare la maglia granata, dovrebbero sapere chi era Valentino Mazzola o chi era Pulici.

Se si vuole avere un futuro roseo, non si può assolutamente dimenticare il passato, e questo vale soprattutto per noi del Toro.

Lei era un personaggio unico nel calcio: difensore tosto e cattivo, si è mai rivisto in qualche altro giocatore dopo il suo addio?

No, impossibile rivedere uno come me (ride ndr).

Forse Montero, che mi somigliava anche un po’ esteticamente: ha trascorso la sua carriera nella squadra sbagliata, ma lo perdoniamo perchè ha sempre ricordato che i suoi migliori amici erano granata.

Parlando di difensori rocciosi, domenica è anche la sfida tra due ragazzi che si stanno affermando in questa stagione: Baschirotto e Buongiorno.

Buongiorno mi piace molto e mi sembra un ragazzo serio; può diventare capitano e trasmettere i valori veri del Toro.

Baschirotto viene dal basso e si applica tanto.

Oramai i difensori di questo tipo sono merce rara, è un bene anche per la nazionale italiana che stiano giocando su buoni livelli.

Ma questo Toro le piace?

Apprezzo tantissimo Juric; il Toro non ha paura di nessuno, ha lo spirito giusto e se la gioca con tutti.

Il tecnico croato sta facendo veramente bene considerando che non ha una prima punta di ruolo: Sanabria è una buona seconda punta, mentre Pellegri purtroppo non si vede mai.

Dovremmo chiedere alla società come si può affrontare una stagione intera senza una prima punta.

Il rapporto Juric/Cairo sembra sempre borderline; come si risolvono le incomprensioni?

Mi limito ad un’unica affermazione: una società forte fa una squadra forte.

Non ho mai visto una squadra forte essere sostenuta da una società debole.

Quello che noi tifosi del Toro non riusciamo a digerire è l’apatia di questi ultimi anni con gli esiti dei derby sempre scontati: questa abitudine alla mediocrità ci ha reso letteralmente inermi.

Quando Juric dice che manca amore, si riferisce anche a quanto dicevamo prima: manca qualcuno che spieghi ai nuovi arrivati cosa sia veramente il Toro.

Chi meglio di Pasquale Bruno potrebbe spiegarlo? Lavorerebbe per il Torino?

In generale sarebbe un sogno tornare nel Toro, seppur in altra veste.

Ma non credo proprio che la mia forte personalità e la mia ambizione potrebbero integrarsi con l’attuale società.

In caso cambiasse qualcosa, gli inglesi dicono Never says never (ride ndr).

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