ESCLUSIVA – Aldo Serena: “Il Toro ha un’identità. Vlasic domani può essere un fattore”. E quell’aneddoto con Radice post derby…
E’ il giorno prima del Derby Della Mole numero 205 e l’ospite di oggi è un’icona di Torino-Juventus: Aldo Serena, doppio ex e ricordato soprattutto sponda Toro per il gol segnato con la maglia granata nello storico derby del 18 novembre 1984, all’ultimo respiro: vinse il Toro di Gigi Radice 2-1 grazie al gol suo e di Leo Junior. Poi l’addio al termine della stagione e il trasferimento, molto discusso, ai bianconeri.
Buongiorno Aldo, una sua analisi del momento di Torino e Juventus.
Entrambe le squadre è evidente che abbiano dei problemi. La Juve fatica a trovare continuità sotto il profilo caratteriale, con deficit anche notevoli sotto quel punto di vista; il Torino invece su questo è molto avanti con Juric, la squadra ha ormai un’identità ben precisa.Tatticamente i bianconeri si allungano tanto concedendo molto spazio agli avversari e la difesa così va in difficoltà; il Toro pressa molto e crea parecchie opportunità ma mancano la precisione e lucidità sotto porta, cosa che i granata stanno pagando in termini di punti.
Cosa ha significato per lei QUEL gol nel derby e, in generale, segnare sotto la Maratona?
Sotto la Maratona segnai contro l’Inter e contro il Napoli, poi dopo il gol contro la Juve per me significava entrare davvero nel cuore dei tifosi, anche se poi purtroppo si è rivelata un’arma a doppio taglio. In merito a questo, c’è un episodio interessante: ero con Gigi Radice in sede il giorno dopo il derby per fare la sauna defaticante (non c’era al Fila), e pensavo che lui mi avrebbe fatto i complimenti per il gol segnato, invece mi reguardì dicendomi: “Ora i tifosi ti portano in palmo di mano, devi dare di più, sei uno di loro”. Mi diede la sveglia, come amava dire lui: “devi stare nella cesta”.
Negli ultimi 15 anni, il Toro ha perso o pareggiato molti derby nei minuti finali. Secondo lei, è una questione fisica o mentale?
Qualche anno fa poteva essere così, ora con Juric il Toro va all’attacco e non credo che sia una questione mentale ma fisica: la squadra corre tanto e usa molte energie, il derby te ne porta via anche e soprattutto sotto l’aspetto emozionale della partita, si rischia di bruciarle presto se non si è capaci di gestirle.
Un parere su Pellegri: eterna promessa o con Juric può sbocciare?
Sanabria e Pellegri hanno le caratteristiche offensive per finalizzare il lavoro della squadra. Pellegri è più strutturato anche fisicamente e può lavorare in più situazioni di gioco, facendosi valere in area di rigore: è giovane, ma dovrebbe aumentare la sua scaltrezza, la sua furbizia e agire maggiormente quando gli spazi sono intasati.
Cosa può portare il Torino a fare il salto di qualità per rimanere fisso nel treno Europa?
Il pubblico e la squadra si stanno ritrovando nell’atteggiamento comune, grazie a Juric: è il DNA granata, quindi da qui in avanti la base c’è. Il Toro per fare quel salto di qualità, deve sicuramente rivolgersi allo scouting: avendo chiaramente un budget diverso da quello delle prime della classifica, l’area scouting dovrebbe essere sicuramente un punto forte sul quale il Torino deve puntare come fanno ad esempio Atalanta e Udinese, che ogni anno lanciano dei giocatori importanti.
Capitolo Primavera: il Toro deve tornare a puntarci?
Assolutamente, però se fossi un dirigente granata non chiederei di vincere il campionato Primavera: chiederei di portare i giocatori giovani in prima squadra, anche per ricominciare a creare quel senso di appartenenza, dando la consapevolezza ai ragazzi che chi è bravo può farcela, ma bisogna saper aspettare i giovani. Bisogna avere la pazienza, anche dargli la possibilità di sbagliare: dev’esserci una formazione di fondo, unita a quell’identità che abbiamo richiamato prima.
Chi potrà essere un fattore decisivo nel derby di sabato?
Nel Toro Vlasic è il giocatore che se ha l’ispirazione può davvero fare male, essere la spina nel fianco della difesa. Nella Juve poteva essere Di Maria, ma si è infortunato, quindi rilancio su Vlahovic che potrebbe essere un fattore importante se servito bene in area.
(Foto: Stop and Goal)