Non c’è più tempo per fare calcoli, è solo ora di vincere
Molti mi scrivono che “non sono queste le partite nelle quali il Toro deve fare punti”, riferendosi alla sconfitta con l’Inter, una big del campionato (non una qualunque, evidentemente, ma la capolista in fuga) e che “bisogna fare la corsa su Spezia e Benevento”. Poi ti ricordi che lo Spezia ha battuto il Napoli in trasferta e il Milan in casa e capisci che, qualche “piccola” è riuscita nell’impresa di vincere con le grandi; e anche il Benevento stesso è stato capace di fermare la Juventus in casa nel girone d’andata e resta ancora 6 lunghezze davanti al Toro, pur non vincendo da tempo immemore.
L’unica cosa certa è che il Toro, a questo punto del campionato e con un misero bottino di 20 punti, seppur con due gare ancora da recuperare, certi discorsi non se li può proprio permettere. Colpa di un girone d’andata avaro di punti, colpa delle tante rimonte subite nel periodo-Giampaolo, colpa dei troppi pareggi, colpa delle scelte estive della società (dalla mancata rivoluzione alla scelta del tecnico fino ad una campagna acquisti disastrosa). L’elenco è infinito e fare la conta delle colpe, ormai risapute anche dai muri, non servirà a farci stare meglio e non servirà alla squadra di Nicola a lavorare come si deve. E poi la finirei con certi discorsi, il Toro non è una piccola e non può ragionare come tale. Il Toro deve provare a fare punti in tutte le partite, e non lo dice Pedrosi, lo dice la storia del club, che va onorata e rispettata sempre.
Con Nicola il vento è cambiato, almeno nelle teste dei giocatori, e il Toro pre-focolaio aveva raggiunto un equilibrio di squadra e una compattezza che facevano ben sperare. La vittoria di Cagliari aveva portato i granata a +5 sui sardi, allora terzultimi, ma nel giro di pochi giorni è cambiato tutto: Toro fermo due partite, Cagliari vincente in entrambe le sfide. Mentalmente e classifica alla mano si è risprofondati nel baratro. Poi il rientro con la sconfitta di Crotone, in quella che sarebbe potuta (e dovuta) essere la partita del definitivo rilancio, dove invece siamo usciti sconfitti, penalizzati dalle tante assenze e dalla sosta forzata causa virus (alla faccia del “saranno riposati” partorito da un inascoltabile Simone Inzaghi pochi giorni prima della non disputata Lazio-Torino), ma anche da un arbitraggio a dir poco imbarazzante (vedi rigore netto non concesso a fine partita, sul 3-2, sullo spintone di Luperto a Sanabria, lui sì, una delle poche gioie del momento). A completare l’opera, poi, il Cagliari che pareggia a tempo scaduto con la Samp, rosicchiando un altro punto.
Il Toro deve ripartire da Cagliari, da quanto di buono aveva fatto dall’arrivo di Nicola, da quella mentalità che ci aveva permesso di arrivare determinati ad espugnare la Sardegna Arena e portare a casa il bottino pieno in una sfida delicatissima, vinta con grande maturità.
Tornando alla premessa, è vero che la partita con l’Inter era proibitiva e complicatissima, ed è vero che in un campionato “normale” non avremmo recriminato troppo per una sconfitta con una big (ormai ci siamo abituati così), ma il Toro di oggi ha un estremo bisogno di punti e deve provare a farli contro chiunque, in qualsiasi modo e a qualunque condizione. Purtroppo non c’è più tempo. E, purtroppo, conta poco se si è sfiorato il pareggio giocando una buona gara e rischiando pochissimo contro un attacco da Champions. E, ancora una volta, purtroppo, non possono contare neanche le assenze illustri di tre titolarissimi come Belotti, N’Koulou e Singo, impossibili da regalare a una squadra come l’Inter. Non c’è più tempo.
Non c’è più tempo anche se Spezia e Benevento continuano a marciare come bradipi, perché la realtà dice che sono ancora a +6 sul Toro; il Cagliari con Semplici ha portato a casa 7 punti in 4 partite e adesso pure il Parma si è risvegliato, ritrovando una vittoria dopo non so quanto tempo, per giunta con la Roma, a proposito delle “famose partite nelle quali è difficile fare punti”. E non mi prendo la briga di calcolare da quanto tempo il Parma non vincesse, perché non abbiamo tempo di vedere cosa combinano le altre. Abbiamo solo urgenza di fare punti. Pensiamo a noi. A partire dal recupero col Sassuolo, in quella che sarà una sfida determinante per il prosieguo del campionato e fondamentale da vincere per riprendere il percorso intrapreso pre-focolaio. La rimonta è ancora possibile, ma davanti non continueranno a perdere per sempre.
Chiudo con un Sempre Forza Toro, uno di quelli urlati (fatelo anche voi se vi può far sentire meglio, io mi sfogo così) e con un #semprealmassimo, come piace fare al mister. Dai ragazzi, dai. Siamo il Toro, dobbiamo stamparcelo nelle menti.
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