Torino-Spezia 0-0: l’analisi della partita. L’ultima (forse) di Giampaolo

16 luglio 2020. Sembra incredibile anche scriverlo, ma sono passati 6 mesi dall’ultima vittoria casalinga del Torino; certamente un record negativo per la sua ultracentenaria storia. L’occasione per interrompere un digiuno difficile da immagine sembra propizia; lo Spezia è reduce da 2 vittorie consecutive ma è privo del suo giocatore di punta, Nzola, che non ha recuperato per la trasferta al Grande Torino. Giampaolo schiera il 3-5-2 oramai classico, con la novità di tre giovani del settore giovanile subito titolari; se Singo e Segre erano stati ampiamente annunciati nei primi 11, Buongiorno viene premiato dopo l’ottima prestazione di martedì a San Siro.

Dopo una prima fase di studio, per la squadra di Giampaolo, le cose sembrano mettersi subito in discesa: l’intervento irruente di Vignale su Murru viene giudicato da rosso dal Var. 85 minuti da giocare in superiorità numerica, in una partita da vincere a tutti i costi, darebbero una motivazione aggiuntiva, qualora ce ne fosse bisogno, a qualsiasi squadra: qualsiasi squadra tranne questo Torino (il Toro è un’altra cosa ndr) che ai noti limiti tecnici aggiunge il timore di prendersi qualsiasi tipo di responsabilità. Nessuno azzarda una corsa in più o un passaggio in verticale; quando c’è da farsi servire dal compagno, ci si nasconde dietro all’avversario; il terrore a mantenere il pallone tra i piedi per più di 10 secondi è evidente. Lo Spezia è squadra agli antipodi di questo Torino e senza scomporsi colma l’inferiorità numerica con l’organizzazione: sarà Sirigu a dover intervenire su Gyasi e Piccoli sugli unici due tiri in porta del primo tempo.

Nel secondo tempo, Giampaolo prova a cambiare assetto inserendo Zaza e Lyanco passando a quello che dovrebbe essere un più spregiudicato 4-3-1-2. Il risultato sarà desolante: i tre centrocampisti risulteranno completamente evanescenti e sovrastati da Agoumé (19 anni), Verdi aggiungerà un’ulteriore prestazione opaca a quelle già offerte nell’ultimo anno e mezzo, gli attaccanti non saranno mai serviti a dovere. La squadra di Italiano, invece, continuerà con la sua partita ordinata senza disdegnare le ripartenze: solo un errore clamoroso di Marchizza davanti a Sirigu impedirà ai liguri di andare sull’1-0, per quello che sarebbe stato un vantaggio assolutamente meritato. Il primo e unico tiro in porta dei granata lo farà Ansaldi, al 92’ (esattamente come avvenuto sabato a Milano con Segre, ndr). Sarà il palo a dire di no all’argentino.

Il pari finale non è solamente l’ennesima occasione persa dalla squadra di Giampaolo ma la certificazione che questa squadra, senza una scossa importante dal mercato, non ha le forze mentali e tecniche per tenersi tre squadre dietro a fine campionato (secondo girone di fila da 13 punti, in attesa della difficile trasferta di Benevento). E non ci riferiamo al pur onesto Kurtic: come analizzato dopo il match di Coppa Italia, a questa squadra servono giocatori che siano in grado di saltare l’uomo (le poche situazioni pericolose sono state create da Ansaldi- guarda caso, l’unico ad avere un dribbling stretto in tutta la rosa), che siano in grado di verticalizzare e velocizzare il gioco (non si può pensare di fare affidamento su Baselli, che non ha mai coperto quel ruolo e sul quale pesano 8 mesi di inattività) e che diano a Belotti una spalla all’altezza (Verdi e Zaza hanno finito i loro crediti, da mesi).

Infine, Giampaolo è sicuramente a rischio: per quanto appena sostenuto, a prescindere dall’eventuale sostituto, un cambio in corsa, non supportato dall’arrivo di pedine di qualità, non rappresenterebbe la panacea dei mali di questo brutto, bruttissimo Torino.

[Foto LaPresse – Fabio Ferrari Torino Fc]

Comments (1)

  1. Ottimo commento Alfonso purtroppo il Toro come dici tu è un’altra cosa e quindi oggi è il Torino. Dimentichi di dire che abbiamo battuto un ennesimo record negativo ossia un girone intero in casa senza vittorie in uno stadio dove ai tempi belli i miei anni 60/70 era difficile anche solo pareggiare e questo per tutti. Speriamo che Nicola che chi ha regalato la serie A nella finale contro il Mantova ci regali anche la salvezza e che sia supportato da un pochino di mercato due giocatori, la butto lì, Schone e Pavoletti

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