Ansaldi

Torino, Ansaldi: “Il Toro è casa mia. Vorrei concludere qui la mia carriera”

L’esterno granata Cristian Ansaldi si è raccontato sulle pagine de La Stampa, in un’intervista in cui ha avuto modo di parlare anche del momento del Toro. L’argentino ha ribadito ancora una volta di credere fermamente nella salvezza: “Sono fiducioso. Come diceva Simeone quando ero a Madrid: “Vincere aiuta a vincere”. E noi abbiamo cominciato a fare punti. Abbiamo perso la fame degli scorsi anni senza accorgercene, altrimenti non si spiega il modo in cui siamo scivolati dall’obiettivo Europa a lottare per la salvezza”.

La stima per Nicola: “E’ l’’allenatore giusto per il Toro. Giusto per il momento perché sa come gestire un
gruppo e giusto perché sa trasmettere il suo pensiero con estrema facilità. C’è un aspetto del suo lavoro che mi ha colpito fin da subito: Nicola è un tecnico che guarda sempre al bicchiere mezzo pieno e ci trasmette questa positività. Di solito, gli allenatori mettono in evidenza quello che hai sbagliato, lui si sofferma nel valorizzare le cose andate per il verso giusto. E l’autostima cresce“.

I problemi con Giampaolo: Giampaolo è un tecnico preparato e una persona leale: il problema è stato un altro, non eravamo adatti al suo calcio. Lui ci diceva spesso: “Se devo morire lo faccio con le mie idee…” e, nonostante questo, ha avuto l’umiltà di cambiare passando alla difesa a tre che non aveva mai fatto“.

La fede in Dio: Più che di senso religioso parlerei di profonda relazione con il Signore. Sì, la mia vita è ispirata a questo: trovo Dio in ogni manifestazione della quotidianità. Mi viene in mente un passaggio. Eravamo a due giorni dalla partita con il Sassuolo e, finito l’allenamento al Grande Torino, ai miei compagni ho detto: “C’è troppa negatività, è impossibile che non riusciamo più a vincere in casa”. Sono tornato sul campo da solo e
ho alzato lo sguardo al cielo: sapete tutti come è finita la sfida, dopo la rimonta all’ultimo istante avevo gli occhi
di chi vorrebbe, ma non riesce a piangere, qualcosa di grande era accaduto“.

Sul futuro: A Torino sto benissimo. E la mia famiglia ancora di più. Ai dirigenti l’ho già detto: voglio arrivare a 40 anni con il pallone tra i piedi e se riuscissi a farlo con questa maglia ne sarei orgoglioso. Poi, una volta smesso di giocare uscirò dal mondo del calcio“.

[Fonte foto: Transfermarket.it]

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