Prima sosta, primi bilanci per il nuovo Toro

L’ennesimo gol preso nel recupero ha chiuso il primo miniciclo della nuova stagione: partito con un mercato sottotono che ha saputo parzialmente sistemare solo nel mese di Agosto, il cammino del Toro è stato per certi versi sorprendente, nonostante l’amarissimo retrogusto lasciato dall’ultima prestazione granata prima della sosta.

Superato agevolmente il primo turno di Coppa Italia contro il Palermo, la squadra di Juric ha mostrato netta superiorità nelle prime due trasferte dell’anno e non ha concesso gol ad Immobile e compagni nella prima gara casalinga della stagione.

Le trasferte di Bergamo e Milano hanno ancora una volta evidenziato pregi e difetti che i granata mostrano oramai da qualche mese: il Torino ha una sua chiarissima identità, crea occasioni ed impone il proprio gioco a chiunque.

I granata continuano però a pagare dazio a causa della mancanza di cinismo sottoporta e dalla oramai patologica preponderanza a subire gol attorno al 90’.

Dal punto di vista del gioco, le partite con Lecce e Sassuolo sono state le meno brillanti e soprattutto contro i neroverdi ha pesato la mancanza di alternative di livello causa infortuni e mancati arrivi dal mercato.

Pur con modalità completamente differenti, è ancora la squadra emiliana a spegnere temporaneamente gli entusiasmi del popolo granata: lo scorso anno, i granata riuscirono nell’impresa di non chiudere una partita dominata che avrebbe poi pesato psicologicamente per il mese successivo; quest’anno, al termine di un match completamente negativo, non hanno mantenuto un pareggio che avrebbe mosso la classifica e regalato maggiore serenità nelle due settimane di sosta.

Juric si è probabilmente lasciato trasportare dalla sua nota impulsività nei commenti post-partita: se, come dice il croato, è vero che in questo inizio stagione qualcuno ha reso al di sopra delle aspettative (l’esempio Linetty che ha accumulato più minuti da Monza ad oggi che da ottobre 2021 a Maggio 2022 pare il più calzante), sembra altrettanto evidente che qualcuno debba ancora ritrovare la forma dei giorni migliori (Lukic non è ancora al livello dello scorso anno) e che i granata non abbiano praticamente mai avuto a disposizione un’alternativa di livello come Miranchuk, abbiano perso Ricci dopo tre partite, abbiano potuto usufruire degli esterni titolari a singhiozzo a causa di problemi muscolari.

Di contro, è chiaro che, al solito, al Torino di Cairo sembra sempre mancare quel passettino per fare quel salto di qualità voluto dai tifosi (che sensazione di impotenza vedere realtà come l’Udinese riuscire a battere nettamente due grandi in due turni casalinghi consecutivi): l’assenza di quel centrocampista pesante in mezzo al campo invocato da mister Ivan da fine giugno si fa sentire non garantendo alla squadra quella fisicità nel recupero delle seconde palle che l’anno scorso era uno dei punti di forza dei granata.

Sembra prematuro per ora focalizzarsi sulla scelta di affidare il reparto offensivo a Sanabria e Pellegri: lo scorso anno il Torino riuscì a disputare una buona stagione con un Belotti a mezzo servizio sia fisicamente che mentalmente.

In attesa di un eventuale aiuto del mercato di gennaio, il problema del gol può essere risolto da un migliore apporto di trequartisti, centrocampisti ed esterni che soprattutto con Sanabria in campo hanno la possibilità di sfruttare le sponde e gli spazi creati dal paraguaiano.

 

Foto Fabio Ferrari/LaPresse

Leave a Reply