Giampaolo vs Nicola: due mondi a confronto. Psicologia, tattica e numeri

I giorni dopo il derby, si sa, sono sempre giorni strani. L’adrenalina dei giorni prima lascia spazio alla razionalità e, in molti casi, alla rabbia. Stavolta, però, di rabbia non se ne può proprio discorrere: se da un lato è vero che probabilmente il Torino può recriminare per non aver portato a casa i 3 punti contro una delle peggiori Juve degli ultimi anni (ma sempre la Juve, ricordiamolo), dall’altro è anche vero (anzi, è la verità più grande) che il Toro, visti i risultati non esaltanti delle inseguitrici, ha conquistato un punto d’oro che, probabilmente, con Marco Giampaolo non avrebbe portato a casa. Già qui emerge il primo punto di confronto tra Giampaolo e Nicola. 

I DERBY Partiamo dai risultati. Juve-Toro, 5/12/2020, all. Marco Giampaolo: 2-1. Toro-Juve, 03/04/2021, all. Davide Nicola: 2-2.

Marco Giampaolo. Al derby d’andata i granata hanno approcciato subito molto bene, andando peraltro in vantaggio quasi immediatamente con N’Koulou abile a sfruttare una mezza palla in area di rigore dopo un calcio d’angolo; successivamente, dopo essersi arroccati a difesa della propria porta, si sono sciolti come neve al sole dopo il goal del pareggio bianconero incappando quindi in una delle innumerevoli sconfitte dell’era Giampaolo.

Davide Nicola. Nella stracittadina appena conclusa (03/04/2021, ndr) il leit motiv è stato completamente diverso: il Toro ha infatti prima subito il goal dello svantaggio e successivamente ha rimontato, grazie alla doppietta di Sanabria, portando a casa, lo ripetiamo, un punto fondamentale nella corsa salvezza.

Si possono infatti utilizzare le due partite contro la Juventus per mettere in evidenza una prima, FONDAMENTALE, differenza tra il Torino di Giampaolo e quello di Davide Nicola: la reazione psicologica, la capacità di reagire alle avversità. Il Toro di Nicola è una squadra che rimonta; il Toro di mister Giampaolo era una squadra che si faceva invece sempre rimontare.

LA PSICOLOGIA E’ evidente come Nicola abbia risvegliato psicologicamente una squadra che dava la sensazione di essere smarrita, completamente in balia delle avversità della partita. In queste gare sotto la gestione del tecnico piemontese infatti, la squadra granata ha dato la sensazione di poter reagire ad ogni pugno subito (vedi la partita con il Sassuolo), ottenendo la maggior parte dei punti rimontando da situazioni di svantaggio; con Giampaolo invece erano moltissimi i punti che il Torino lasciava per strada partendo da situazioni di vantaggio. Probabilmente, questo cambiamento di rotta, è frutto del differente approccio psicologico apportato dai due allenatori. Partiamo dalle affermazioni che i due tecnici hanno lasciato nelle rispettive conferenze stampa di presentazione:

  • Marco Giampaolo: “Ci sarà da sputare sangue, quì è un po’ lontano dalla mia idea di calcio. Devo vedere quali siano i calciatori che possono ricoprire i miei ruoli”. 
  • Davide Nicola: “Io non ho allenato in passato giocatori di questo gruppo, mi interessa però valutarli. Per me sono tutti importanti”.

Ecco, se da un lato Marco Giampaolo si è presentato dicendo che il gruppo era lontano dalla sua idea di calcio, dall’altro è subentrato un tecnico che ha subito chiarito come TUTTI i calciatori siano importanti. E ciò è fondamentale; è essenziale far sentire tutti i componenti della squadra membri di un gruppo, parte di una famiglia. Perchè in una squadra, come in una famiglia, ci si aiuta, mettendo insieme le forze al fine di raggiungere l’obiettivo. E il gruppo molto spesso è stato la salvezza del Torino, la base su cui, ad esempio, Ventura e Mazzarri hanno costruito i risultati migliori dell’era Cairo.

Altro aspetto psicologico da sottolineare è, senza dubbi, nelle affermazioni adoperate dai due tecnici in seguito a una sconfitta subita dalla propria squadra. Prendiamo due esempi, significativi: dopo la sconfitta contro la Lazio (4-3 dopo essere stati in vantaggio per 3-2), l’allora allenatore Marco Giampaolo rilasciò la seguente affermazione “Abbiamo la melma in testa“; dopo la sconfitta contro il Crotone (4-2), Davide Nicola si è così espresso: “Non cerchiamo alibi. La prestazione non mi è dispiaciuta, nonostante non siamo riusciti a portare a casa la posta in palio. Le difficoltà ci sono, dovevamo leggere un po’ meglio alcune situazioni, il quarto gol ad esempio non lo possiamo assolutamente prendere“. Ecco, un conto è dire che la squadra abbia la melma nella testa, un conto è dire che si sarebbero dovute leggere un po’ meglio alcune situazioni; una squadra già in difficoltà, che si sente dire di avere la melma in testa, è evidente che si abbatta ancora di più e si disunisca.

Ecco, ritengo che, da un punto di vista appunto mentale, i meriti di mister Nicola siano appunto 2:

  1. aver sostituto all’equazione Toro=individui singoli, l’equazione Toro = gruppo;
  2. aver inculcato nel gruppo squadra i valori simbolici del Toro: grinta, coraggio, cuore.

LA TATTICA Secondo punto su cui vorrei concentrare la mia analisi è quello concernente la tattica. E anche qui vorrei partire dalle dichiarazioni in conferenza stampa di presentazione dei due allenatori:

  • Marco Giampaolo:io gioco a 4 in difesa e non ho mai giocato con i quinti a centrocampo“.
  • Davide Nicola:adatto i miei principi alle conoscenze e alle capacità dei miei giocatori“.

Da un lato Giampaolo è stato sin da subito fermo ed irremovibile sui suoi principi di gioco mettendo al primo posto sè stesso come allenatore e poi la squadra (salvo poi doversi ricredere passando al 3-5-2), dall’altro mister Nicola ha immediatamente cambiato strada: prima le capacità della squadra, e in un secondo momento i propri punti tattici. In altri termini, la grande capacità dell’attuale tecnico del Toro è stata quella di plasmare la squadra ai suoi principi, compiendo un’operazione di “pulizia” della complicata tattica precedente. Ha introdotto la semplicità; e lo si vede da come, durante la partita, il Torino dimostri la capacità di saper immediatamente verticalizzare sulle due punte semplificando quindi il percorso per creare occasioni da goal.

Ritengo quindi che, appunto, il merito tattico di Davide Nicola sia stato quello di semplificare la manovra granata; semplicità = efficienza. Efficienza = punti.

I NUMERI Le considerazioni evidenziate poc’anzi trovano conferma esplicita nei numeri delle due gestioni.

Marco Giampaolo. Nelle prime 11 partite, la media punti del tecnico originario di Bellinzona è infatti stata di appena 0.54 a fronte di 6 punti ottenuti, 17 goal fatti e 24 goal subiti.

Davide Nicola. Nelle prime 10 partite (vista la gara da recuperare con la Lazio, ndr), la media punti è stata di 1.1 a fronte di 11 punti ottenuti, 17 goal subiti e 16 goal fatti.

Ora, da un punto di vista meramente statistico, sono due i dati che rilevano all’occhio del lettore: il primo è il minor numero di goal subiti, e il secondo è il raddoppio della media punti. Ritengo che tali due fattori siano strettamente collegabili a quella semplicità tattica, di cui sopra, introdotta da Davide Nicola.

In conclusione quindi, è evidente come la strada tracciata da Davide Nicola, facendo ogni scongiuro del caso, stia conducendo il Torino verso l’obiettivo minimo (ma divenuto massimo) essenziale e vitale della salvezza (anche se c’è ancora molto da lottare). Per cui, Forza Toro e Forza Mister.

 

[Fonte foto: CalcioMercato.com/Repubblica.it]

Comments (4)

  1. Bravo Davide,analisi lucida e puntuale. Speriamo solo che i danni fatti a suo tempo non si rivelino irrecuperabili.

  2. Continuo ad essere dell’opinione che l’errore ENORME è stato fatto dalla dirigenza del Toro alla fine dello scorso campionato, commesso da Cairo e da Vagnati, direi però principalmente da Cairo (non fosse altro perché E’ LUI il capo, indiscusso peraltro perché non c’è nessun altro nel Toro all’infuori di Lui che decida, ed anche questa E’ COLPA SUA…)..
    Quando Longo ci portò alla salvezza ERA LI’ che si sarebbe dovuta fare piazza pulita! Gente che aveva preparato le valige andava accontentata, dal momento che aveva (di)smesso di giocare con la maglia del Toro già con Mazzarri: Sirigu, Izzo, N’Koulou, Lyanco, praticamente TUTTA la difesa titolare (ed infatti basta vedere quanti gol abbiamo preso e COME li abbiamo presi…), gente così aveva “infettato” lo spogliatoio, tanto a fondo che manco un CUORETORO come Longo, cresciuto a Pane&Toro al Fila (Lui SI’…) è riuscito a guarirlo (e ciò che accadde con Edera e Millico, mandati in tribuna nell’ultima di campionato che si giocava in casa è lì a dimostrarlo..), e invece….Invece NON SOLO sono restati tutti ma si è anche preso (Cairo lo ha preso…) un allenatore come Giampaolo che gioca con passaggi veloci e costruendo partendo da dietro, a cui servono giocatori rapidi e veloci, che diano del “TU” al pallone e con i ruoli ben definiti, ma SENZA dargli nulla di tutto ciò! Gli hanno dato (Cairo e Vagnati) la stessa squadra di Mazzarri/Longo, con quegli stessi giocatori indifferenti (per non dire che alcuni hanno giocato contro..), molti anche fuori ruolo (Rincon come play basso è l’esempio, l’emblema..) e altri a livello di pensionati di lusso (Ansaldi per evidenti limiti fisici mentre per Zaza probabilmente sono mentali…)….Concludendo sono convinto che per valutare correttamente l’operato di un allenatore si debba anche considerare tutto quanto, dalla squadra all’ambiente fino al momento in cui si svolge il campionato, e parlando degli ultimi campionati del Toro non possiamo tener conto di questi fattori:
    1) con la FIGC e la LEGA CALCIO che non hanno fatto nulla a livello di regolamenti per limitare i danni della Pandemia abbiamo gli ultimi 2 campionati FALSATI, con partite di andata che ancora si devono giocare mentre quelle di ritorno invece si sono già fatte (vedi Juve-Napoli) e altre invece che si stanno “giocando” nelle aule di tribunale…
    2) con Cairo padre-padrone del Toro abbiamo uno (LUI) che decide alla faccia del DS (VAGNATI) capendone di calcio MENO di un neonato, e la scelta (SUA) di Giampaolo lo ha dimostrato..
    3) con Cairo padre-padrone del Toro Vagnati non è riuscito nel compito di “cambiare totalmente” la rosa del Toro facendo le cessioni necessarie e prendendo i giocatori giusti per il gioco di Giampaolo, trovatosi nelle condizioni di dover “adattare” quelli che aveva sottomano…
    4) come nella migliore tradizione la sfiga che ci perseguita anche quest’anno non ci ha mollati colpendoci in modo “scientifico” con diverse positività..
    5) SE anche a Giampaolo fossero stati dati un paio di “innesti giusti” com’è stato per Nicola con quelli di Mandragora/Sanabria allora FORSE avremmo assistito a partite con esiti diversi…
    In conclusione, ci ritroviamo a dover SPERARE che giocatori siano dei PROFESSIONISTI anziché “sbattersene” cos’ come invece hanno fatto per buona parte del campionato, pensate un po’ come siamo messi! Certo che rispetto alla squadra che ha fatto 63punti sembra che sia passato un secolo e che si parli di tutto un altro gruppo di giocatori, INVECE SONO GLI STESSI!!!
    Personalmente non vedo l’ora che finisca questo campionato, sono proprio curioso di vedere dove e COME finiranno tutti sti fenomeni, ma quello che è certo è che non li voglio più vedere con la maglia del Toro addosso!!!
    FVG!! SEMPRE!!!

  3. Condivido al 100% l’analisi di Bertu62

  4. Anke io ovviamente concordo in tutto con Bertu e aggiungerei che tra gli innumerevoli errori del” grande” capo c’é anke il fatto che dopo averci fatto mal digerire la famosa storia del ” non tarpo le ali” smembrando anno x anno la squadra senza far crescere il progetto adesso ha improvvisamente invertito la rotta tenendo gente che non voleva rimanere e quindi sconfessando se stesso, sempre che un simile disordine sia sconfessabile…. E non da ultimo aggiungerei la gestione dei direttori sportivi partendo dalla farsa della promozione giovanili/ prima con successiva retromarcia( …..il faccio e disfo deve piacergli molto…… purtroppo)
    Nicola é un grande e io spero che il Toro si salvi x noi e x lui e che venga confermato anche in caso di ciò che non voglio nemmeno nominare
    E infine un mio desiderio essendo abbastanza vecchio per ricordare……vorrei che tornassero quei giorni in cui correvamo ORGOGLIOSI dentro una BELLA SEDE( c.so Vittorio…) per vedere la presentazione dei nuovi giocatori ( momento in cui anche loro capivano subito qual era l’ ambiente
    oltretutto….)
    …purtroppo/ per fortuna sognare non costa nulla

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