Come cambia il mercato del Toro col cambio di modulo. Schone la vera occasione (ma c’è l’Ajax)
Il passaggio alla difesa a 3 è ormai assodato e le parole di Giampaolo dopo la vittoria di Parma e il pareggio col Verona lasciano poco spazio all’interpretazione: “La squadra indossa bene quell’abito lì”, “la squadra ora ha un’anima”. E tornare indietro ora sarebbe rischioso, infonderebbe ancora incertezze ad un gruppo di calciatori già psicologicamente provati (quelli della melma in testa, non dimentichiamocelo), giocatori che, evidentemente, con questo modulo si sentono più sicuri. Ed è giusto ripartire da lì, l’ha capito anche Giampaolo, in passato sempre fedele alla difesa a 4 e a un altro tipo di calcio. Non adeguandosi alle caratteristiche dei calciatori a disposizione avrebbe seriamente rischiato la panchina, questo lo sa bene, ed il cambio di rotta è stato necessario, non solo per salvare la pelle ma anche per far rendere la squadra al meglio.
E partendo da questo presupposto, non di poco conto, cambiano anche le prospettive e le scelte in ottica di mercato, quantomeno per questa sessione e nel breve termine. Il passaggio a tre dietro toglie un elemento, proprio numericamente, a centrocampo o in attacco. Il 3-5-2 di partenza con Lukic arretrato sulla linea dei centrocampisti può trasformarsi a gara in corso, come abbiamo visto nelle recenti apparizioni, in un 3-4-1-2 con lo stesso Lukic a supporto di due punte (Belotti e Bonazzoli, negli ultimi minuti contro l’Hellas) o in un 3-4-2-1 con il serbo, autentico jolly di Giampaolo, con uno tra Gojak e Verdi alle spalle del Gallo. In entrambi i casi la certezza è Rincon, sempre presente in mezzo al campo, sia come vertice basso davanti alla difesa, sia come centrale nel passaggio a 4, con Segre subentrato a Linetty a fargli compagnia sulla linea mediana.
È proprio qui che si spostano le nostre attenzioni. L’arrivo di un centrocampista come Duncan, per esempio, potrebbe dare respiro a Linetty, finora tra i più impiegati, sarebbe ben accolto ma non farebbe fare il salto di qualità tanto agognato da tutti, da Giampaolo in primis, alla ricerca di palleggiatori veri. Al Toro serve fosforo in cabina di regia e, per fare un altro esempio, un centrocampista alla Schöne, senza scomodare Torreira (che è e resta indiscutibilmente la prima scelta di Giampaolo) farebbe maggiormente al caso del Toro di oggi. Il danese, infatti, potrebbe dare le geometrie necessarie sia come vertice basso (al posto di Rincon), ma potrebbe anche giocarci insieme (come abbiamo visto con Segre nel secondo tempo col Verona), andando a formare col venezuelano una cerniera di centrocampo di tutto rispetto (a quel punto vedremmo un 3-4-1-2 o 3-4-2-1 e a rischiare il posto sarebbe Linetty). Ma sebbene l’ex Genoa (contratto risolto) possa rappresentare un’indubbia occasione di mercato (a costo zero) su di lui verte l’attenzione di parecchie squadre e il ritorno all’Ajax, al momento, appare l’ipotesi più percorribile. Il Toro si è messo in contatto con l’entourage del giocatore che si prenderà qualche giorno per fare la scelta a lui più congeniale.
Tornando al centrocampo, detto di Duncan che potrebbe dare il cambio a Linetty e rappresentare un’alternativa di livello, la zona più coperta sembra essere quella opposta (mezzala destra) con Lukic e Gojak (senza dimenticarsi di Segre) che andrebbero a colmare la perdita (?) di Meité. Per il francese i sondaggi non mancano, ma le offerte latitano, ed è uno di quei giocatori da cui il Toro spera di fare cassa da qui a fine gennaio.
Spostando le nostre attenzioni al reparto offensivo, il cambio di modulo impone la ricerca di un attaccante di movimento che possa svariare e fungere da raccordo tra centrocampo e attacco (come abbiamo visto fare a Gojak e Verdi) ma anche che abbia un peso specifico come partner d’attacco di Belotti. Per queste ragioni le attenzioni si sono dirottate su profili come Kouamé (c’è una trattativa in corso) o come Defrel e Joao Pedro, giocatori duttili e abili a giostrare sia da seconde punte che sulla trequarti. Tutti giocatori, però, difficili da portare via a gennaio ai rispettivi club, non per meno di 15 milioni. L’ivoriano, tra i tre citati, è quello con la carta d’identità migliore (6 in meno di Defrel, 5 in meno di Joao Pedro), aspetto fondamentale quando si parla di “investimento”.
Anche giocatori come il Papu Gomez o lo stesso Ramirez potrebbero fare al caso del Toro, ma la voglia di Milano del primo (non ho aggiunto una “o” per sbaglio) e la voglia di quattrini del secondo (per ora rimasto alla Samp in scadenza di contratto) obbligano la dirigenza granata a tenere aperte anche altre porte. Da qui la dichiarazione di Vagnati: “Siamo interessati a Kouamé come a tanti altri”. È necessario che siano tanti, urgono rinforzi e ancora non si sono visti.
[ Fonte foto Paolo Rattini / Getty Images ]
Comments (6)
Beniamino
Vogliamo acquisti di qualità, Cairo deve spendere!!!!
Stefano
analisi ottima Matteo , come sempre ! Per come la vedo Lasse è da prendere a occhi chiusi , Joao Pedro anche …la spalla perfetta per il Gallo
Matteo Pedrosi
grazie Stefano!
Agostino
Bel commento…preciso…solo un piccolo neo….Baselli è stato venduto?
Marco
Non illudiamoci.
Schone non verrà mai da noi (non gioca comunque da un anno, se fosse così forte qualche l’avrebbe fatta no?)
Kouame idem, lo aspetteremo (inutilmente) sino a fine mercato
Defrel è l’unico che forse potremmo agganciare
Ma il vero problema è vendere: zaza, meité in primis
Andrea
Aden Lijaic… Con il Gallo già si conosce… Calcia bene le punizioni… Salta l’uomo… Inventa qualcosa