“Cerco di rappresentare la gloria e la storia del Toro. Possiamo fare la Storia, siamo carichi”. Rincon si racconta prima del derby

Uno di coloro che ha avuto “il privilegio” di giocare il derby della Mole con entrambi i colori: Tomas Rincon. Il guerriero venezuelano, dopo essersi messo in luce nel Genoa (83 presenze e 3 goal in 3 anni), nel Gennaio 2017 passa alla Juventus dove racimola 13 presenze tra la varie competizioni e, nell’estate dello stesso anno (2017, ndr) passa al Torino. Coi i colori granata si distingue (e continua a distinguersi) per la “garra” venezuelana e per l’impeto con il quale cerca di scardinare i palloni dai piedi avversari; insomma, è “El General” del Toro, il comandante fisico (non tecnico, per l’amor di Dio) del centrocampo dei granata. Per un giocatore come, che focoso è dir poco, partite come i derby rappresentano il pane quotidiano, la medicina per la sua grinta. Proprio in vista del match, tra il suo Toro e i cugini bianconeri, Rincon ha rilasciato alcune dichiarazioni.

SUL SOPRANNOME DI GENERALE “Mi piace, continua a piacermi. Ha una dozzina d’anni questo nome, da quando mi trasferii all’Amburgo. Un giornalista iniziò a chiamarmi El General nei suoi articoli. Così presero a farlo anche i compagni, l’allenatore, altri giornalisti, tifosi, amici. Il soprannome mi rappresentava, ci misi sopra anche la mia esultanza  dopo un goal con il saluto da militare. Ho poi esportato il soprannome dappertutto, anche in Nazionale”.

SUL TRASCORSO ALLA JUVE E IL PASSAGGIO AL TORO “Quando sono diventato granata la gente mi guardava un po’ da lontano. Come se fossi sospetto. Sapevo benissimo che sarebbe stato così, ma sapevo anche che avrei potuto seguire un percorso importante qui. Dopo alcuni mesi iniziai a percepire l’affetto dei tifosi, e mi fece molto piacere. D’altro canto, quando scelgo una squadra, poi do l’anima: cerco di rappresentare nel mio modo di giocare la storia di una società e ciò che i tifosi vogliono vedere. Conosco la storia del Toro. La gloria e la tragedia”.

SUL DERBY DI SABATO “Possiamo passare anche noi alla storia del Torino. Ci credo pienamente. Ne abbiamo la possibilità. Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo indirizzare il futuro. E il futuro è questo derby. Abbiamo la necessità di fare punti, così come sappiamo l’importanza che ha per noi e per i tifosi. Bisogna giocare con la testa, senza perderla mai”.

SUI LIMITI MENTALI DELLA SQUADRA “Dobbiamo trovare un giusto equilibrio emozionale. Talora andiamo ancora troppo sulle montagne russe. Ma con Nicola lo stiamo trovando di più: nelle ultime gare le grandi rimonte le abbiamo fatte noi, non subite. Non siamo in una situazione facile”. Sapete reggere alle pressioni? “Non bisogna fare promesse. Non è che le ginocchia ballino, ma certe partite le abbiamo perse per mancanza di determinazione, per errori. Negli ultimi derby non avevamo le gambe molli. Non faccio promesse, ma ce la giocheremo. Siamo una bella squadra, ma i punti vanno guadagnati sul campo. Ci siamo messi in questa situazione dobbiamo tirarci fuori “.

SUL RUOLO DA REGISTA “Era diventato uno stimolo in più per me. E poi io sono sempre disponibile anche a cambiare, per migliorare. Le critiche mi fanno andare avanti: quando faccio schifo lo ammetto e accetto i brutti voti. Come con la Samp a Genova. Quando mi dissero che Mandragora sarebbe arrivato da noi, mi emozionai. Lo conosco dai tempi di Genova, è un ragazzo d’oro, serio, con qualità, gioca a memoria. E così sono tornato a svolgere il ruolo che ho sempre fatto”.

SULLA MANCANZA DI GOAL “Quest’anno sono ancora a zero. Mi manca, sì. Tante volte dovremmo tirare da fuori di più. Speriamo di tornare a segnare uno presto. Con la Juve sarebbe il massimo”.

SUL FUTURO IN GRANATA “Qua sto bene e mi ha fatto piacere guadagnarmi l’affetto dei tifosi, ma non voglio parlare del futuro. Il presente è molto più importante, e dobbiamo fare punti. Se posso dare una mano,  e la gente è contenta, a me fa piacere restare”.

SU BELOTTI “Non so se resti, ce lo auguriamo visto che è anche il capitano. Di sicuro lo vedo molto bene. Concentrato. Un trascinatore: basta vedere come rincorre gli avversari; ci ha regalato tante gioie con i suoi goal. E’ importante per noi, spero possa restare a lungo”.

SU SIRIGU “Non si discutono le sue qualità, è un ottimo calciatore. Ci aveva abituati troppo bene forse, veniva da 2 anni incredibili. Ma lo vedo sempre molto concentrato, lavora tantissimo, ore e ore le passa in palestra. Ci darà ancora una grande mano. A tutti può capitare di essere sottotono, e non puoi neanche controllare sta cosa. Speriamo torni a fare miracoli, anzi speriamo non ci sia bisogna che li compia”.

SU NICOLA “E’ positivo in tutti i sensi, ha cercato di costruire subito un’alchimia. Non bisogna vivere solo di risultato, altrimenti saremmo tutti dei perdenti, ma di performance. Bisogna essere un buon gruppo, avere alchimia. Nicola ci ripete questo. E’ una grandissima persona e ci tengo a dirlo sempre; trasmette tanta voglia: ogni mattina è carico come un leone. E anche noi lo siamo”.

SU ZAZA “Non sempre è riuscito a esprimersi al meglio, e lui stesso lo sa. Ma è un attaccante importante, lavora ed è molto motivato. Può ancora farcela a guadagnare la fiducia dei tifosi con altri goal e gioie per tutti”.

SU VERDI “Si sta allenando benissimo, speriamo arrivi presto un goal anche per lui e dia fiducia. E’ un buon ragazzo che non sempre ha espresso il suo importante talento”.

SULLA “TATTICA” CONTRO LA JUVE “Dobbiamo avere più fame, più voglia di loro. Arrivare prima nei duelli, vincere più contrasti, tenere la palla, essere molto motivati”.

Il venezuelano ha poi chiosato sulla questione Lazio: “Bisogna stare molto attenti alle parole che si dicono, non si possono dire a caso. Non sta a me rispondere, io posso dire che siamo tutte persone serie che abbiamo fatto ciò che ci hanno detto di fare, rispettando le regole”.

La speranza dei tifosi del Toro è che Rincon riesca, ancora una volta, a incardinare quella grinta, quel coraggio, che molte volte alla squadra è mancato. Anche perchè noi ragazzi granata viviamo di quello, di coraggio, di grinta, di passione. Quindi…forza Tomas, e forza Toro. 

 

[Fonte foto: visionnoventa.net]

Comments (1)

  1. carlo mia

    a me basterebbe facessero la geografia, della storia poco mi importa, tre punti per rilanciarci una volta per tutte e fare risultato dove altre nelle nostre condizioni sono gia riuscite, vedi spezia. poi però bisogna trovare continuità e coraggio e giocare per vincere sempre senza aspettare di prendere gol per reagire. credo che anche un gioco un pò più spregiudicato ossia non passarsi la palla davanti all’area o fermarsi a centrocampo e ritornare dal portiere, ma affrontare gli avversari nell’uno contro uno che ci porti il più velocemente possibile nelle aree avversarie, anche mettendo cross perchè abbiamo visto, compresa la juve, che il fraseggio e la ripartenza da dietro spesso se pressati porta a degli errori decisivi, porto e benevento docet. mi fa piacere che nicola pensi ad un 343 con verdi, che spero esca da quella nebbia che ormai lo avvolge da due anni, Belotti e Sanabria o Zaza. forza come diceva il grande Pulici, il Toro non ha paura, che davanti avete 11 giocatori come voi, MA VOI SIETE IL TORO. mandiamo un po di questi vecchi granata come Pulici, Zaccarelli o Cereser, che si giocavano i derby con il coltello tra i denti a far capire ai nostri giocatori cosa voglia dire vestire la maglia granata. FVCG

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