Torino-Empoli 2-2: l’analisi della gara

Formazione obbligata per Juric alle prese con le numerose defezioni di Roma, a cui si aggiungono i lungodegenti Mandragora e Ansaldi.

L’Empoli schiera Pinamonti e Di Francesco come riferimenti offensivi.

La prima mezz’ora granata è da urlo: i gol di Pobega e Pjaca rappresentano solo la conferma di un dominio totale della squadra di Juric.

Il Torino pressa in avanti e impedisce all’Empoli di infilare due passaggi di fila: Pobega ribadisce in porta un tiro deviato a Sanabria nato da un recupero palla sulla trequarti toscana.

Il gol di Pjaca è una giocata individuale del croato che infila Vicario sul secondo palo: ma i movimenti di Aina e Sanabria gli aprono lo spazio per andare al tiro.

Anche sul 2-0, la differenza tra le due squadre è evidente: il Torino spinge con Aina a sinistra, l’Empoli non riparte mai.

Nulla lascia presagire quello che sarà il proseguio della partita: un’incomprensione tra Singo e Pobega lancia Di Francesco verso Milinkovic Savic.

L’ivoriano prova a recuperarlo ma lo travolge: è l’episodio che cambierà la partita.

Il Torino resta in 10 e decide di cambiare completamente atteggiamento: aspetta l’Empoli sulla propria trequarti con le due linee di difesa e centrocampo molto vicine.

L’Empoli recupera campo e, complice l’immediato 1-2 di Romagnoli, si trova inaspettatamente (e immeritatamente ndr) in partita.

I granata dal canto loro, dopo aver perso Singo per espulsione, sacrificano Pjaca, di fatto mettendo fine ad ogni velleità di ripartenza.

L’auto-traversa di Bremer ad inizio ripresa è l’antipasto di una frazione che si preannuncia di sofferenza.

La sensazione è che il Torino sia troppo basso e fatichi a tenere palla perchè al momento del recupero, non è immediato ripartire con 90 metri di campo davanti: ci prova Bremer, con una cavalcata che lo porterebbe all’eurogol se il suo diagonale non finisse fuori di poco.

In più di un’occasione, la squadra di Juric ha concesso ai centrali empolesi di salire indisturbati fino alla trequarti: in una di queste, il neo entrato La Mantia è bravissimo a sfruttare il cross di Luperto e battere l’incolpevole Savic.

L’ultimo quarto d’ora è di sofferenza pura per un Empoli che prova l’insperata impresa ed un Torino che difende a denti stretti il pareggio interno.

A fine gara, il rammarico per aver buttato il doppio vantaggio sarà comunque maggiore del sollievo per aver evitato la beffa.

COSA HA FUNZIONATO

La prima mezz’ora dei granata è stata probabilmente la migliore della stagione, insieme al match di Sassuolo: la circolazione della palla, il recupero alto, gli esterni sempre in superiorità ma soprattutto la sensazione di un totale dominio tecnico e tattico.

Pjaca è un giocatore di grande spessore: i tifosi granata devono sperare che possa trovare continuità a livello fisico.

COSA NON HA FUNZIONATO

Non ha convinto la gestione della squadra in inferiorità numerica: la scelta di aspettare l’Empoli al limite dell’area senza uomini in grado di ripartire non ha chiaramente pagato.

Dopo l’espulsione, il Torino ha di fatto smesso di proporre, limitandosi ad aspettare passivamente gli avversari.

Pur non ricordando parate clamorose di Savic (che oggi non ha convinto sempre in uscita ndr), il Torino si è portato l’avversario in area troppe volte per non rischiare di prendere il pareggio.

 

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